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Alla fine l’Ue mollerà all’Italia i profughi afghani: il piano (già pronto) di Bruxelles

Pubblicato il 21/08/2021 10:42

Cosa succederà ora che l’Afghanistan è tornato in mano ai talebani e che migliaia di famiglie disperate tentano la fuga verso Occidente, spaventate dagli orrori che potrebbero subire restando nel loro Paese? Difficile dirlo con certezza, in assenza di dati certi sul numero di profughi in marcia. Quel che è certo, è che i tentativi di destinare queste persone a Stati limitrofi è destinato a fallire: la Turchia, per esempio, si è già trincerata dietro un muro alzato al confine con l’Iran, annunciando di non essere disposta ad accogliere nessuno. Non resta, allora, che la cara vecchia Europea, con l’Italia che rischia ancora una volta di diventare l’agnello sacrificale dell’Unione.

Alla fine l'Ue mollerà all'Italia i profughi afghani: il piano (già pronto) di Bruxelles

L’idea che al momento si sta facendo avanti a Bruxelles è quella di applicare la direttiva sulla protezione temporanea, strumento nato nel 2001 per far fronte all’emergenza Kosovo e in realtà ancora mai utilizzato. In questo modo sarebbero garantiti uguali diritti a tutti i beneficiari, assicurando allo stesso tempo solidarietà tra Stati membri in caso di “arrivi massicci”. Uno strumento che in realtà il governo italiano aveva auspicato già nel 2011, anno in cui da Libia e Tunisia gli sbarchi erano stati oltre 60 mila, trovandosi però di fronte un muro. L’Europa, d’altronde, è così: quando c’è da occuparsi collettivamente di migranti, si mostra sorda a qualsiasi richiesta d’aiuto.

Un rischio che potrebbe tornare a fare presto capolino all’orizzonte, con l’Italia a pagare ovviamente un prezzo altissimo di fronte agli egoismi che animano ancora un’Unione tale di nome ma non certo di fatto. Per essere attivata, come ricordato da Il Tempo, la direttiva del 2001 necessita una decisione a maggioranza qualificata da parte del Consiglio Europeo, che ha il compito di accertare l’effettiva esistenza del “massiccio afflusso” di sfollati. E che finora non ha mai dato l’ok, anche di fronte alle crisi più imponenti, lasciando che l’Europa affrontasse ogni emergenza in maniera frammentata.

I precedenti, con l’Italia che si è quasi sempre sacrificata per accogliere migranti respinti dal resto d’Europa, in attesa di aiuti mai arrivati dagli Stati confinanti, non fanno proprio ben sperare. La burocrazia dell’Ue, ancora una volta, rischia insomma di scaricare solo su di noi il peso della crisi. Per poi continuare a chiederci sacrifici economici alla prima occasione, a riprova di quanto i confini dell’Unione si siano trasformati ormai in una gabbia.

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