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Adesso la Cina addirittura ci accusa: “Il Covid-19? È nato in Italia”

Pubblicato il 10/12/2020 12:02

Una campagna di disinformazione costante, martellante. Che ha l’obiettivo di scrollarsi di dosso il peso di essere additati ancora come “luogo d’origine della pandemia”. Approfittando dell’incertezza della scienza, che non è in grado di stabilire con certezza dove e quando il Covid-19 è stato trasmesso per la prima volta all’uomo, la Cina sta creando giorno dopo giorno una narrazione alternativa, in contrasto con quanto dato per scontato finora. “Il coronavirus? E perché dovrebbe essersi diffuso proprio nel mercato di Wuhan?”. Probabile invece, secondo Pechino, che in Oriente ci sia arrivato da qualche altro Paese dove sono stati registrati i casi più vecchi. Su tutti, probabilmente, l’Italia.

Adesso la Cina addirittura ci accusa: "Il Covid-19? È nato in Italia"

E così il nostro Paese, tra quelli che ha pagato il prezzo più alto di fronte all’improvvisa esplosione della prima ondata di Covid-19, si trova ora anche additato dalla Cina, considerato addirittura il luogo d’origine del patogeno. Un modo per difendersi dalle accuse degli ultimi mesi, soprattutto da quelle americane. Trump aveva più volte trasformato l’indicazione geografica, “il virus cinese”, in un capo d’imputazione, sostenendo che Pechino avesse commesso errori, forse che avesse addirittura creato di proposito il coronavirus. Il Dragone si è così lanciato alla controffensiva: “Sono stati gli europei a portarcelo qui”.

Adesso la Cina addirittura ci accusa: "Il Covid-19? È nato in Italia"

Tra le teorie che vanno per la maggiore in Cina c’è, per esempio, quella che riconduce l’esplosione della pandemia in Oriente a un banco di Wuhan dove è stato tagliato del salmone norvegese. E pazienza se gli scienziati sottolineano come sia “altamente improbabile” che un prodotto surgelato, dopo aver viaggiato per così tanti chilometri, abbia causato dei contagi. Così come poco importa l’esistenza di documenti ufficiali secondo i quali alcuni casi di Covid-19 in Cina sarebbero stati registrati già a novembre. La data ufficiale di inizio dell’emergenza è quella di dicembre, secondo le autorità. Una presa di posizione che fa molto comodo nel portare avanti queste “narrazioni alternative”.

Adesso la Cina addirittura ci accusa: "Il Covid-19? È nato in Italia"

La Cina continua, piuttosto, a guardare all’estero, in un alternarsi di ricostruzioni sempre più surreali. “Il Covid-19 si è diffuso per la prima volta a Barcellona, attraverso le fogne”. E ancora: “I primi casi al mondo sono stati registrati a settembre in Italia”. C’è anche il Bel Paese nell’elenco degli Stati accusati come “primi diffusori” del patogeno che ha messo in ginocchio il mondo. A Pechino interessa contribuire a una confusione generale che sollevi dalla coscienza cinese diverse responsabilità. Per raggiungere l’obiettivo, ogni strumento è prezioso.

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