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“Abbiamo calcolato le vittime per la mancata zona rossa nel Bergamasco”: l’annuncio di Crisanti

Pubblicato il 20/01/2022 14:32

Centinaia di pagine, con oltre 10.000 documenti allegati, dalle quali potrebbero emergere le prime risposte sulle eventuali responsabilità del governo Conte, della Regione Lombardia e dell’ospedale di Alzano nell’esplosione della pandemia che ha colpito la provincia di Bergamo durante la prima ondata di Covid. In totale, in quei giorni drammatici, in quella zona si contarono oltre 6 mila morti. Un dramma sul quale ora indaga la Procura di Bergamo, che ha aperto un’inchiesta per epidemia colposa e falso. Con il microbiologo dell’Università di Padova Andrea Crisanti chiamato come tecnico ad affiancare i magistrati.

Proprio in queste ore, Crisanti ha rivelato ai microfoni del Corriere della Sera: “Non posso dire il numero preciso, ma abbiamo calcolato le vittime per la mancata zona rossa nel Bergamasco”. La cifra al momento resta top-secret, in attesa che vengano rese pubbliche le perizie. Ma come spiegato dallo stesso microbiologo, la tragedia della pandemia e degli errori commessi in quei giorni drammatici inizia ad assumere connotati ben precisi.

“Abbiamo elaborato un modello che è stato validato e ricapitola giorno per giorno l’eccesso di mortalità – ha spiegato Crisanti – e allo stesso tempo dà conto anche della prevalenza totale alla fine della pandemia bastandosi sulla sierologia. Questo modello è stato usato per chiederci cosa sarebbe accaduto se la zona rossa fosse stata anticipata di 7-10 giorni. Ci sono delle criticità all’esame del procuratore, se poi si trasformeranno in responsabilità non sta a me dirlo”.

Crisanti ha ribadito che all’ospedale di Alzano, il 23 febbraio 2020 c’erano già circa 100 persone infette tra pazienti e operatori. Il pronto soccorso della struttura era stato chiuso inizialmente per due giorni, dopo l’esplosione dell’emergenza, per poi essere però riaperto. Come spiegato dal microbiologo, le indagini cercheranno di capire se “con la zona rossa — quella per la chiusura di Nembro e Alzano lombardo che Conte avrebbe dovuto firmare il 5 marzo 2020, ma che non venne infine istituita — si sarebbero potute salvare vite”.

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