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Conte neutralizza il Parlamento e manda i lobbisti al G20 a rappresentare l’Italia

Pubblicato il 09/01/2021 13:41

Ci facciamo sempre riconoscere. Spavaldi e incoscienti. Dodici mesi in cui il nostro paese ha il compito di coordinare il vertice dei capi di stato e di governo e dei ministri delle nazioni che producono circa il 90 per cento del Pii mondiale oltre che la Cop 26, il vertice Onu sul cambiamento climatico. È infatti l’anno dell’Italia alla guida del G20, e cosa fa il nostro governo? Ai tavoli tecnici su clima e imprese, dove si andranno a studiare accordi cruciali per i Paesi, in campi come la politica energetica, il fisco, il commercio internazionale e così via, manda come esperti direttamente i lobbisti, i quali continuano a lavorare per le loro aziende. Il solito cortocircuito all’italiana.

A spiegare bene come stanno le cose ci ha pensato Giovanna Faggionato su Domani: “La presidenza del Consiglio ha scelto di nominare tra gli altri come esperti senior dell’ufficio sherpa del G20, Francesco Ciaccia, un manager della multinazionale petrolifera Eni, e Giovanni Dioguardi, dirigerne di Confindustria, l’associazione degli industriali”. Per gestire una così complessa macchina politico-diplomatica a fine 2019 Conte ha creato una struttura di missione che fa capo direttamente alla presidenza del Consiglio. E ti pareva…

“Il decreto prevede che la delegazione sia una squadra di dieci funzionari della pubblica amministrazione ma che possa anche includere esperti esterni. Nell’elenco dei collaboratori della presidenza del Consiglio, la maggioranza degli esterni sono ricercatori o professori universitari, ma possono venire anche dal mondo privato con contratti a tempo determinato”. Secondo quanto ricostruito da Domani, e non smentito da Eni, “Ciaccia è referente del tavolo ambiente e energia e dei lavoratori preparatori dei diversi delegati ministeriali per il G20 Ambiente, clima e energia che si terrà a luglio a Napoli, città del ministro dell’Ambiente Sergio Costa, ma coinvolgerà anche il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli”.

Esattamente come il G20 Innovazione e ricerca si terrà ad agosto a Trieste, città di Patuanelli, ma coinvolgerà anche la ministra Paola Pisano per la parte innovazione e sarà presieduto da Gaetano Manfredi per la ricerca. Dioguardi dovrebbe lavorare come sherpa del ministro dello Sviluppo economico. “Il governo non ha risposto alle nostre richieste di spiegazione sulle nomine e sulla eventuale mancanza di simili competenze all’interno della pubblica amministrazione”, si legge nell’articolo.

Riguardo a Ciaccia, “quel ruolo non dovrebbe averlo”, dice Luca Iacoboni, responsabile della campagna Energia di Greenpeace. “Aziende che hanno grossi interessi internazionali nell’ambito del mercato oil and gas e delle politiche legate al cambiamento climatico non dovrebbero essere coinvolte dal governo quando ha un ruolo di presidenza di vertici come il G20 e la Cop26. Certamente non dovrebbero avere questo ruolo nei tavoli tecnici”.

Per Edoardo Zanchini, presidente di Legambiente, “è l’ennesima conferma del peso e del ruolo che ha Eni sulla politica del governo italiano, dopo che le bozze del Recovery plan destinano miliardi a progetti che l’azienda aveva già previsto. Quando chiami Eni al tavolo del G20 il rischio è di portare al centro della discussione lo sfruttamento di petrolio e gas invece che lo sviluppo delle rinnovabili, subendo le sue politiche”. Infine, altro punto fondamentale è che la presidenza italiana ha appena annunciato la nascita di un “advisory board” composto dagli amministratori delegati di “multinazionali, manager e prestigiosi rappresentanti del mondo del business internazionale”.

Inoltre è previsto anche il B20, “il forum di dialogo ufficiale del G20 con la comunità imprenditoriale, che sarà ospitata da Confindustria, di cui Eni, è membro e presieduta da Emma Marcegaglia che è stata presidente sia di Eni che di Confindustria. Secondo Luca Visentini, presidente della confederazione europea dei sindacati, “i sindacati italiani avevano chiesto un incontro con il premier Conte a nome di tutti i lavoratori europei e non lo hanno ottenuto. Mi sembra inaudito che il governo segua un processo sbilanciato e colmo di conflitti di interessi”.

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