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“Turbo-cancro” e vaccini, la correlazione c’è. Aumento esponenziale dei tumori, gli studi sulla proteina Spike

Pubblicato il 16/01/2024 19:50 - Aggiornato il 16/01/2024 19:51

“Armocromia” e “underdog” sono i neologismi recentemente individuati dalla Treccani come parole dell’anno. Ne suggeriamo un’altra, e non lo facciamo certo con piacere, ma sarebbe il caso di indagare – e non a livello puramente semantico – sul “turbo-cancro”. Dapprima precisiamo che è anch’esso un termine recente e che i turbo-cancri sono un fenomeno che osserviamo, amaramente, solo da un paio d’anni, laddove prima si trattava di casi assai rari. Recentemente, persino l’Istituto Superiore della Sanità ha parlato di una vera “epidemia di tumori”, guardandosi bene dal fornire una interpretazione attendibile di questa recrudescenza. L’aumento certificato di casi di tumore nel corso della pandemia, con circa 15mila casi nel solo 2022, fa presupporre probabili reazioni averse. Noi, come i nostri lettori sanno bene, abbiamo già scritto di malattie fulminanti e abbiamo citato una miriade di studi scientifici e di autorevoli pareri che individuano una correlazione tra i vaccini a mRNA e l’insorgenza e la progressione di forme tumorali. (Continua a leggere dopo la foto)
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vaccini turbo-cancro proteina spike

Il ruolo (nefasto) della proteina Spike

In particolare, la proteina Spike dei vaccini a mRNA contro il Covid-19 potrebbe avere un’azione cancerogena, portando alla progressione, alla recidiva oppure alla metastasi del cancro. I farmaci a mRNA sintetizzano proteine inaspettate. Lo studio scientifico prodotto da Raquel Valdés Angues e Yolanda Perea Bustos è solo l’ultimo di una lunga serie. A chi intendesse replicare citando il premio Nobel accordato a Katalin Karikò e a Drew Weissman, per le ricerche sull’mRNA, ricordiamo le dichiarazioni in cui i due ammettevano che esso potesse accelerare lo sviluppo del cancro e che alcuni danni collaterali sarebbero potuti emergere tardivamente. È appena il caso di citare lo stesso inventore della tecnologia mRNA, Robert Malone, che ne ha sconfessato l’uso per i vaccini antiCovid. Per non parlare di quanto sostiene, sin dal 2020, Mariano Bizzarri, oncologo di fama mondiale. Studi statunitensi, da lui citati, hanno dimostrato che negli animali l’induzione da parte della Spike porta alla esacerbazione di tumori già formati, con aumento di metastasi. Sarebbe, dunque, il caso di replicare gli studi per vedere se nell’uomo accada una cosa del genere: è questo il metodo scientifico, quello vero.  (Continua a leggere dopo la foto)
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Il boom dei tumori al pancreas

Il Giornale d’Italia, che si è occupato del tema, ha invece riportato le posizioni del dottor Rakesh Jain, docente presso la prestigiosissima Università di Harvard, che riprendiamo per esteso: “L’influenza del microambiente di un tumore è fondamentale per la sua progressione e resistenza ai trattamenti, difatti solo il 5% delle cellule sono effettivamente cellule tumorali, il resto è costituito dal microambiente. Questo aspetto è di primaria importanza perché le proteine Spike dei farmaci Covid ostacolano il flusso di ossigeno agli organi vitali grazie alla loro capacità di ipercoagulazione, così come si è visto con i coaguli vascolari rilevati durante le autopsie dei vaccinati Covid”. Detto brutalmente, i cosiddetti vaccini a base di mRNA, potrebbero spegnere i geni che combattono il cancro – i geni P-53, definiti anche guardiani del genoma – sicché le proteine Spike potrebbero favorire la persistenza del cancro, spingendolo a moltiplicarsi in modo esponenziale per invadere il resto del corpo. E uno degli organi maggiormente colpito da questa accelerazione, ha scoperto il dottor Charles Hoffe della British Columbia University di Vancouver, è il pancreas, che infatti è responsabile attualmente di molte patologie oncologiche.  (Continua a leggere dopo la foto)

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Vaccini NON sperimentati

Questa riflessione che Il Giornale d’Italia dedica a “una nostra illustre collega recente scomparsa”, inoltre, mette in luce un’altra grave criticità, benché ormai tristemente nota: i cosiddetti vaccini sono stati messi in commercio senza un’adeguata verifica. Erano infatti previste quattro fasi di sperimentazione del farmaco, che non sono state espletate per intero. Giunti a questo punto, non possiamo non chiederci ancora una volta come sia possibile che larga parte della comunità medico-scientifica, dinanzi agli innumerevoli decessi per turbo-cancro, oppure per “malori improvvisi”, non approfondisca, anziché parlare inverosimilmente di “Nessuna correlazione”. Eppure, non molto tempo fa, costoro erano sempre in Tv a dirci a che ora il virus fosse più contagioso e se, per evitare il contagio, dovessimo bere il caffè seduti al tavolino o in piedi al bancone del bar.

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