Vai al contenuto

“Aumentano nei soggetti vaccinati”. Lo studio USA che mette la parola fine: “Ecco i dati”

Pubblicato il 25/06/2023 11:24 - Aggiornato il 25/06/2023 11:38

Sembrerà un paradosso, ma è quello che anche su queste pagine abbiamo sempre sostenuto, ospitando il parere di esperti, da ultimo il dottor Alberto Donzelli, coordinatore della Commissione Medico Scientifica Indipendente, che ha illustrato la relazione tra vaccinazione e mortalità in eccesso o problematiche di salute. Nuove evidenze scientifiche giungono, ora, da uno studio del Il recente studio della CDC, Centers for Disease Control and Prevention: i soggetti vaccinati con più dosi, e particolarmente con le dosi bivalenti (le cosiddette “booster”), siano a maggior rischio di ospedalizzazione per malattia grave. Dunque, lo studio dimostra la “efficacia negativa” del vaccino a mRNA. In particolare, l’efficacia del vaccino antiCovid contro il ricovero è calata in negativo all’8% secondo lo studio condotto dalla Cleveland Clinic, gestita dal CDC. Questo dato è osservabile dopo 89 giorni dalla somministrazione. Le stime sono state calcolate su un campione di soggetti adulti senza alcuna patologia o immunodepressione. I vaccini bivalenti, come ricorda Il Giornale d’Italia, che ha ripreso la notizia, sono stati prodotti da Moderna e Pfizer, sono stati introdotti nell’autunno del 2022 proprio con la promessa (ampiamente disattesa) di ridurre le ospedalizzazioni. (Continua a leggere dopo la foto)
>>> Danni collaterali, è boom di richieste di risarcimenti in Germania

studio usa malattie ospedalizzazioni

Lo studio USA: “efficacia negativa”, malattie e ospedalizzazioni

Lo stesso dottor Robert Malone, che della biotecnolgia a mRNA è lo scopritore, e che come noto è stato molto critico sul suo impiego per i vaccini, ha commentato che “l’efficacia negativa è coerente con dati precedenti come uno studio della Cleveland Clinic che ha scoperto che ogni dose di vaccino successiva aumentava il rischio di infezione”. Inoltre, al di là di infezioni e ricoveri, gli individui plurivaccinati corrono anche il rischio di contrarre la malattia nella sua forma grave. Il motivo è semplice: “Più dosi indeboliscono il sistema immunitario”, è scritto nello studio. Poi, la dodicesima slide del documento del CDC illustra come, analizzando la popolazione che ha ricevuto una sola dose di vaccino, l’arco di tempo tra la somministrazione del siero e il contagio rientri in un margine di 464 giorni; per chi, invece, abbia ricevuto più dosi, questo margine si si abbassa a 137 giorni. (Continua a leggere dopo la foto)
>>> “Attenti alla truffa dello squillo”. La polizia lancia l’allarme: come funziona e come difendersi

studio usa malattie ospedalizzazioni

Malattie potenzialmente letali

A conferma di quanto da tempo sostenuto dall’oncologo Mariano Bizzarri, infine, si legge nella ricerca del CDC che tale indebolimento delle difese immunitarie rende potenzialmente “le persone suscettibili a contrarre malattie potenzialmente letali come il cancro”. L’aumento certificato di casi di tumore nel corso della pandemia, con circa 15mila casi nel solo 2022, purtroppo va a sostegno di tale tesi.

Potrebbe interessarti anche: “Marcia indietro!” A 200 Km da Mosca Prighozin ferma la ribellione: “Evitiamo di versare sangue russo”