La geniale trovata del Green Pass non finirà che dare il colpo di grazia a interi settori italiani. Uno di questi, tra i più bistrattati e meno aiutati, è quello dei parchi divertimento. E ora è proprio l’Associazione parchi permanenti italiani a lanciare l’allarme: “Il provvedimento non è attuabile nella pratica con un termine di tempo così ravvicinato. Le ripercussioni purtroppo sono già evidenti e preoccupanti. Dopo l’annuncio del Governo sul green pass, infatti, la maggior parte dei parchi divertimento sta già ricevendo disdette e richieste di risarcimento da parte dei clienti che avevano acquistato biglietti e abbonamenti per date successive al 5 agosto”. (Continua a leggere dopo la foto)
Scrive ancora l’Associazione: “Dallo scorso anno i parchi hanno attivato un meccanismo di prevendita per rispettare il contingentamento delle presenze ed evitare gli assembramenti alle casse”. I parchi hanno espresso profonda sorpresa e rammarico in merito al provvedimento che impone l’obbligo di green pass per accedere ai loro servizi: “Il provvedimento – spiega a Today Giuseppe Ira, presidente Associazione parchi permanenti italiani e di Leolandia (Bergamo) – condivisibile nella teoria, non è attuabile nella pratica con un termine di tempo così ravvicinato. Lo Stato rischia di discriminare il 50% dei cittadini, senza peraltro avere le risorse necessarie per garantire loro l’accesso al green pass, qualora ne facessero richiesta”. (Continua a leggere dopo la foto)
“Una decisione che – sostiene – ha ripercussioni purtroppo già evidenti e preoccupanti sulle aziende del nostro settore, a cui per l’ennesima volta è riservato un trattamento iniquo, se comparato con luoghi al chiuso come i centri commerciali. Le attività dei parchi divertimento sono soggette a rigorosi protocolli di sicurezza e si svolgono all’aperto, al pari di spiagge, giardini pubblici e ristoranti all’aperto, accessibili senza green pass. Emblematica la differenza di trattamento tra parchi acquatici e piscine all’aperto: obbligo di green pass per i primi, entrata libera per le seconde”. (Continua a leggere dopo la foto)
E ancora: “Un altro limite è l’applicazione del green pass dai 12 anni in su: molti parchi divertimento si rivolgono proprio a teenagers e ragazzi, fasce della popolazione tra le meno vaccinate in assoluto. In Francia e in altri Paesi il pass è obbligatorio a partire da 18 anni e tanto in Gran Bretagna quanto in Germania i medici sconsigliano di vaccinare quella fascia di età”. (Continua a leggere dopo la foto)
“Dopo quasi 8 mesi di chiusura forzata – avverte – le aziende hanno riaperto dal 15 giugno e stavano registrando un buon andamento, migliore rispetto allo stesso periodo del 2020: trend che ora rischia una brusca interruzione nel mese più importante della stagione e senza possibilità di recupero”. Solo nel 2020 le aziende del settore dei parchi divertimento hanno registrato perdite del 75%. Il 20% dei parchi ha rinunciato completamente alla riapertura e alcune importanti realtà imprenditoriali italiane sono passate di mano a fondi di investimento stranieri. Questa è la situazione sotto il “governo dei migliori”.
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