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“Cerchiamo la verità e loro incaricano i servizi segreti di controllarci”. La denuncia di Consuelo Locati: “Ma non ci fermiamo”

Pubblicato il 17/07/2022 11:58

(di Consuelo Locati – candidata Italexit e rappresentante dell’associazione dei familiari delle vittime covid-19 ) – Il 14 luglio 2022, nel giorno dell’anniversario della presa della Bastiglia, è stata sottoscritta e presentata dal sen. Paragone e dagli altri componenti di Italexit al ministro Speranza, al presidente Draghi ed al ministro Lamorgese un’interrogazione molto importante per la battaglia dei familiari delle vittime Covd-19 ed in realtà per tutti gli italiani. Cosa si chiede? (Continua dopo la foto)

Il 26 maggio 2022 quali i rappresentanti dell’associazione dei familiari delle vittime covid-19 “#sereniesempreuniti” abbiamo tenuto una conferenza in Senato, nell’aula Nassirya, nella quale, partendo da tutto quanto siamo riusciti a far emergere nel corso di questi ultimi due anni, abbiamo denunciato la violazione del diritto di tutti i cittadini ad essere informati dalle nostre istituzioni, specificatamente dai rappresentanti politici che ci dovrebbero rappresentare, su ogni atto, ogni provvedimento che viene adottato e che riguarda ogni ambito della nostra vita. E’ il cd principio dell’accountability, cioè il principio della trasparenza degli atti ed il diritto dei cittadini di avere contezza di ogni atto amministrativo con pari obbligo delle autorità istituzionali di rendere conto ai concittadini/elettori delle proprie azioni e atti che incidono sulla vita dei cittadini medesimi, principio recepito solo a parole dal nostro ordinamento ma violato apertamente nel momento in cui chi ci rappresenta al Governo impedisce ai cittadini, elettori di quei rappresentanti istituzionali, di chiedere conto a questi delle proprie azioni, di vedere atti, delibere, verbali, documenti che hanno impattato sulla vita e sui diritti di ciascuno di loro. (Continua dopo la foto)

Sempre nel corso della conferenza in Senato il 26 maggio, durante il suo intervento il responsabile della comunicazione, dott. Robert Lingard, riferiva di essere stato informato che qualche politico avrebbe commissionato alle agenzie di intelligence centinaia di pagine di dossier nei suoi confronti e nei confronti altresì del Gen. Pier Paolo e della sottoscritta nella sua qualità di rappresentante legale di oltre 600 familiari delle vittime Covid, gran parte della bergamasca, in causa contro la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero della Salute e la Regione Lombardia, per fatti attinenti alla mancata istituzione della zona rossa in Valseriana, il mancato aggiornamento e la mancata attivazione del piano pandemico nazionale. Quindi, non solo le istituzioni governative (centrali e regionali) hanno tentato di impedire con ogni mezzo di rendere consapevoli i cittadini di quanto stava accadendo e delle motivazioni sottese all’emanazione dei provvedimenti, ma addirittura, per quanto riferito, avrebbero presumibilmente attuato un’attività di dossieraggio anche nei confronti di chi già due anni fa, nell’aprile 2020, iniziava a cercare di capire cosa stava accadendo ed iniziava a chiedere conto alla politica di quanto stava facendo o non faceva quanto era invece suo obbligo fare.

Normale in uno stato che si dichiara democratico? A me non pare proprio. Ma vi è ben altro. Dopo quella dichiarazione, l’08 giugno 2022 , il dott. Urso, attuale presidente del Copasir, intervistato a “Porta a Porta” dichiarava che “Nel maggio del 2020, il Comitato Parlamentare che non presiedevo io ma il collega Volpi, con cui condividevo le decisioni in quanto vice- presidente, ha fatto un report dal titolo Covid-19 e disinformazione su come funzionava la macchina della disinformazione nel pieno della pandemia […]Noi quel documento non l’abbiamo pubblicato […] ma abbiamo pubblicato un riassunto in cui diciamo: E’ diffusa attività di disinformazione online nella quale sono inseriti attori statuali, attori strutturati, think tank, stakeholder, professionisti della comunicazione, speculatori e gruppi industriali con forte co-interesse rispetto ai Paesi d’origine, che intendono manipolare il dibattito politico interno, influenzare gli equilibri geopolitici internazionali, incitare al sovvertimento dell’ordine sociale e destabilizzare l’opinione pubblica in merito alla diffusione del contagio e alle misure di prevenzione e di cura”.

Cioè, di fatto, da quanto si desume dalle parole del dott. Urso, chi faceva domande, chi approfondiva la situazione in cui ci eravamo trovati a vivere, soprattutto dopo aver “scovato” il rapporto a firma del dott. Zambon, pubblicato sul sito dell’OMS in 13 maggio 2020 e fatto sparire nelle successive 24 ore (ricordate che in quel rapporto la gestione della pandemia in Italia era definita “improvvisata, caotica e creativa”), chi iniziava a chiedere conto delle proprie azioni ai politici, che, secondo quel rapporto poi confermato dai documenti, stavano gestendo in modo “improvvisato caotico e creativo”  la pandemia, veniva presumibilmente sospettato di essere “incitatore al sovvertimento dell’ordine sociale e destabilizzatore dell’opinione pubblica”.

Bell’esempio di democrazia, viene da dire. Ma c’è, ancora, dell’altro. In quel periodo, ossia maggio 2020, era lo stesso Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a detenere la delega ai Servizi Segreti, e fu lui stesso che, secondo quanto denunciò l’allora capo della Polizia, attuale sottosegretario con delega ai Servizi Segreti, Franco Gabrielli, attuò una “sistematica marginalizzazione dell’autorità nazionale di pubblica sicurezza […] che rivelò anch’essa quella condizione di non governo complessivo degli eventi, producendo una conseguente rincorsa, da parte di chi era chiamato a eseguirli, di provvedimenti i cui termini spesso, si apprendevano da notturne conferenze stampa”.

Fu lo stesso Presidente Conte che non firmò, il 04 marzo 2020, l’ordinanza con cui si sarebbe dovuta istituire una zona rossa nei comuni bergamaschi di Nembro ed Alzano Lombardo, dei cui nomi nemmeno si era ricordato quando, nell’unica fugace apparizione nella notte del 28 aprile 2020, rispose quasi scocciato ad una giornalista che chiese conto proprio della mancata istituzione della zona rossa nella bergamasca (“il discorso sui due comuni” per riportare le parole esatte di Conte). E, ricordo, il Consiglio di Stato nel mese di marzo 2022 ha apposto il definitivo veto alla desecretazione dei documenti proprio relativi all’invio dei militari nei territori bergamaschi, in quei “due comuni” epicentro della strage, il 04 marzo 2020 ed il successivo ritiro due giorni dopo, perché renderli pubblici metterebbe a rischio la sicurezza dello stato! Lo stesso Giuseppe Conte che, con gli altri attori statuali, continua a mancare di rispetto agli italiani ed alla loro intelligenza usando a proprio piacimento un Parlamento che lui stesso ed in primis ha contribuito a svuotare di ogni potere e di ogni ruolo che la costituzione invece gli attribuisce. A voi le conclusioni.

Con l’interrogazione presentata il 14 luglio 2022, pertanto, al Ministro Speranza, al Ministro Lamorgese ed al presidente Draghi si chiedono delucidazioni e spiegazioni proprio su questi fatti, e si chiede, altresì, che venga reso pubblico quel “dossieraggio” cui il presidente del Copasir ha fatto riferimento nel suo intervento a Porta a Porta. Attendiamo lumi ben informando tutti che non ci fermeremo fino a quando tutta la verità non sarà emersa e chi ci governa non ammetterà di fronte a tutti i cittadini la propria responsabilità per tutta questa mala gestio