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“In Cina metodi criminali”. Le rivelazioni di Patten, ultimo governatore di Hong Kong

Pubblicato il 24/06/2020 16:43

Chris Patten è stato l’ultimo governatore britannico di Hong Kong. In un’intervista a cura di Sebastien Falletti e raccolta oggi (24 giugno 2020) da Repubblica, spiega quale sia la reale situazione cinese e i rapporti tra Pechino e Hong Kong. La discussione parte dal tema dell’imposizione alla ex colonia britannica della legge sulla sicurezza nazionale: “La nuova legge viola in modo evidente la ‘Legge Fondamentale’ di Hong Kong e la Dichiarazione congiunta sino-britannica firmata dalla Cina nel 1984. Pechino è obbligata a rispettare questo trattato internazionale dell’Onu fino al 2047, e a garantire l’autonomia di Hong Kong. A Hong Kong non manca la legalità, c’è soltanto mancanza di quello che vuole il Partito comunista. La legge sulla sicurezza nazionale è stata respinta dal mondo del lavoro nel 2003, ma loro non se ne curano. E la cosa mi preoccupa”.

Questa legge porta la firma di Xi Jinping? Chiede Falletti. E Patten spiega: “Hong Kong rappresenta tutto ciò che Xi Jinping critica e osteggia, nello specifico la libertà di espressione. Dopo la retrocessione del 1997, la Cina ha rispettato i suoi obblighi per circa dodici anni. Le cose sono cambiate quando è arrivato al potere lui. Dopo il 2014, Pechino ha rifiutato ogni forma di dialogo. Per far approvare questa nuova legge, il Partito ha sperato di approfittare del fatto che la comunità internazionale è impegnata nella pandemia. Ma i modi usati da Pechino nei confronti di Hong Kong o del Mar cinese meridionale sono degni della malavita e comporteranno una revisione delle relazioni della comunità internazionale con la Cina”.

Aggiunge Chris Patten: “Dobbiamo affrontare quel regime deleterio e i suoi metodi brutali. Le democrazie devono cooperare per obbligare Pechino al rispetto delle regole. Occorre appianare i rapporti, guardare in quali settori ci sta derubando delle nostre tecnologie, riconsiderare le nostre catene degli approvvigionamenti. Di sicuro, con un’Amministrazione americana disposta a collaborare con i suoi alleati tutto questo sarebbe più facile”.

Esiste dunque un problema democrazia. “Si potrebbe temere – rivela Patten – che il regime sfrutti questa nuova legge per danneggiare i candidati dell’opposizione alle elezioni locali di settembre. I leader della causa filo-democratica – come Martin Lee (fondatore del Partito democratico) – sono la coscienza stessa di Hong Kong. Camminano nel senso di marcia della Storia, sui passi di Nelson Mandela o di Martin Luther King, perché rappresentano idee che non possono essere fermate. Saranno loro a entrare nella Storia, non Xi Jinping e i suoi malavitosi”.

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