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Piccole e medie imprese: il 60% è senza liquidità. Così è impossibile ripartire

Pubblicato il 22/08/2020 10:53

Lo diciamo da quando è scoppiata l’emergenza Covid. Mente il governo programmava le chiusure e impazziva dietro a decreti pasticciati, andavamo ripetendo una cosa: serve liquidità, a cittadini e imprese. Da marzo ad oggi, però, il nostro appello è apparso inascoltato. E in vista di un autunno ancora più incerto, va più che mai rilanciato: serve liquidità. Lo dimostra il fatto che in sei mesi sono stati chiesti prestiti per oltre 71 miliardi: sono infatti un milione le domande pervenute al Fondo di garanzia per le Pmi.

La stragrande maggioranza delle domande riguardano finanziamenti fino a 30mila euro, con copertura al 100%. Ma il sistema delle imprese sarà in grado così di reggere a lungo? O avrà bisogno di altra benzina? Secondo alcuni dati che arrivano da Unioncamere, e ripresi dal Sole 24 Ore, ci sono diverse spie di allarme accese: secondo la rilevazione, su 1,3 milioni di imprese il 58,4% prevede di avere problemi di liquidità nei prossimi sei mesi (quasi il 75% nei settori turismo e ristorazione).

Matteo Meneghello nel suo articolo spiega: “Mcc segnala poi, tra le altre, 4.638 operazioni di rinegoziazione e/o consolidamento del debito con credito aggiuntivo di almeno il 10% del debito residuo e con incremento della percentuale di copertura all’80% o al 90% e altre 4.713 di rinegoziazione e/ o consolidamento del debito con credito aggiuntivo di almeno il 25% del debito residuo”.

Un mix dì esigenze di cassa e ristrutturazione del debito che è lo specchio delle esigenze diverse, tra la necessità di mantenere l’equilibrio finanziario e il bisogno di sostenere un’eventuale ripresa in un panorama in cui, come confermano molti operatori, le filiere sono quasi interrotte e i pagamenti stentano. Per questo occorre che il governo inietti liquidità. Servono soldi veri, quelli che si possono toccare. Delle manivre di alta finanza, o dei fantamiliardi europei, cittadini e imprese se ne fanno ben poco.

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