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Ristoratori che rischiano. Nonostante tutto. Il caso

Pubblicato il 08/12/2022 19:30 - Aggiornato il 08/12/2022 19:32

di Maria Simeoli – Ristoratori che rischiano. Nonostante tuttoCrisi “m’hai provocato? E io te distruggo”. Sulla sfondo di un momento di grandi difficoltà per tutti peschiamo dall’antologia delle frasi celebri dei film perché la storia che abbiamo scelto tra le tante è di uno chef romano che prima aveva portato la tradizione culinaria romana a Torino, prima capitale, e poi in Brianza, nel cuore di quel nord fatto di capannoni e mani callose.
Il campo della ristorazione è stato il settore commerciale più colpito daIla crisi economica dovuta alla pandemia Covid-19. Dopo un lieve accenno di ripartenza, la guerra Russia/Ucraina ha comportato un netto incremento di tutto ciò che è nevralgico nel settore dell’ospitalità. Si parla del caro bollette, ma non basta. Rincari grossissimi riguardano l’intera catena industriale e di distribuzione. L’allarme Fipe – Confcommercio parla chiaro: “A rischio trentamila attività e centotrentamila posti di lavoro”. Schiacciati dalla crisi e pure dalla concorrenza distorta della grande distribuzione o delle piattaforme oppure ancora dalle croniche questioni con banche e agenzia delle entrate. (Continua dopo la foto)


Il nostro chef romano trapiantato nell’elegante Torino si chiama Danilo Pelliccia e conosce bene tutta questa situazione, ma non per questo si è scoraggiato. I suoi must romani come le intramontabili amatriciane, cacio e pepe, carbonara, hanno deliziato anche i palati più ardui da conquistare, rendendo i Dù Cesari un punto di riferimento della ristorazione all’ombra della Mole antonelliana. Ora nel bel mezzo della crisi una nuova sfida: conquistare il palato dei cumenda. A Lissone come a Torino. L’apertura è stata un successo. Ovviamente Danilo è chef e imprenditore e sa bene che con questa recessione economica è sia un azzardo verso se stesso che una responsabilità verso i suoi collaboratori, ma con il sorriso coinvolgente, la tenacia e la passione che lo contraddistingue, sa bene trovare il giusto equilibrio tra il sogno di esser il portavoce della cucina romana e la realtà. L’asso nella manica è portare nei piatti la stagionalità, perché è inutile cercare un carciofo alla giudia quando non è stagione oppure una puntarella a tutti i costi.
Prodotti freschi, biologici e di stagione nei piatti, senza strafare o cercare inutili artefici. Prezzi che mantiene invariati – per ora – a dispetto dei costi delle materie prime, con non poco sacrificio. , commenta. Unendo in poche parole le sfide di tutti i ristoratori italiani che resistono con passione.