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Perché tutti parlano della Mmt tranne che in Italia: cosa è e perché può salvarci

Pubblicato il 11/02/2020 17:01

Mentre negli Stati Uniti si fanno sempre più strada le teorie economiche della Mmt, in Italia si continua a viaggiare sui binari tracciati dall’eurogabbia. Negli Usa, dove l’economia fa registrare una crescita del PIL del 2,7% e la disoccupazione scende ai minimi storici, con Trump ci sarà quest’anno un deficit pubblico di 900 miliardi di dollari, dove per confronto in Italia invece avremo un deficit intorno a 40 miliardi. Partiamo da qui per spiegare, avvalendoci di un articolo di Giovanni Zibordi su megachip.globalist.it, quali siano le teorie della Mmt e perché possano essere queste il vero punto di svolta per l’Italia. Precisiamo, inoltre, che i nuovi leader e candidati Democratici più in vista per l’elezione alla presidenza dell’anno prossimo sponsorizzano le idee della “Mmt”, ossia la Modern Monetary Theory o “teoria monetaria moderna”.

Questa nuova teoria propone maggiori deficit per investimenti ecologici e l’idea che il governo debba garantire un lavoro a tutti quelli disposti a lavorare. La Mmt – più precisamente – “spiega che il deficit pubblico non è un problema per uno Stato che abbia la propria moneta e la propria banca centrale perché può sempre ripagare il debito pubblico creando moneta e solamente quando si verifica una situazione di alta inflazione il deficit va contenuto. Come tutti sanno però nel mondo industrializzato da 30 anni l’inflazione e i tassi di interessi sono molto bassi, per cui la Mmt sostiene che l’evidenza empirica mostra che oggi si possono tenere deficit pubblici ampi per finanziare programmi sociali, riduzioni di tasse o infrastrutture”.

Spiega ancora Zibordi: “La Mmt è stata portata anche qui in Italia quando Moser tra il 2014 e il 2017 ha tenuto decine di conferenze in giro per l’Italia grazie a Paolo Barnard, che poi ne aveva anche parlato nelle sue apparizioni TV nelle trasmissioni di Paragone. Il fatto macroscopico e difficile da ignorare è che sotto Bush, Obama e poi ora con Trump gli USA hanno aumentato il debito pubblico da 8mila a 22mila miliardi di dollari negli ultimi dieci anni. Con Trump, che sarebbe un “conservative”, si è aumentato ancora il deficit per tagliare le tasse e stimolare l’economia e quest’anno il deficit arriverà a 900 miliardi di dollari portando il debito pubblico a 22mila miliardi (nonostante l’economia cresca quasi al 3%)”.

Questo non ha provocato nessuna inflazione o svalutazione del dollaro, a dispetto delle previsioni della maggioranza degli economisti. “Gli USA mostrano un deficit intorno a 900 mld di dollari l’anno, la UE invece ha un deficit complessivo sui 150 mld l’anno e il Dollaro sale e l’Euro scende perché il mercato dei cambi premia la maggiore crescita del PIL americana. Sia da destra che da sinistra quindi in America si vuole stimolare l’economia con deficit che in UE verrebbero ‘sanzionati’ dalla Commissione UE”.

La Mmt spiega che l’idea che lo Stato abbia bisogno di indebitarsi per poter spendere è falsa, “perché lo Stato può farsi dare soldi dalla sua banca centrale o farsi comprare i titoli che emette dalla Banca Centrale senza costo di interessi creando moneta. Per lo Stato a differenza di una famiglia indebitarsi è opzionale, ma sfortunatamente il mondo della finanza (con cui lo Stato si indebita) è riuscito a spargere una cortina fumogena per nascondere questa verità. Abbiamo detto: ‘se hanno la propria Banca Centrale e moneta’ e purtroppo l’Italia aderendo al sistema della BCE e dell’Euro vi ha rinunciato, per cui non ha potuto come in USA, UK e Giappone aumentare i deficit per ridurre le tasse e ripulire i bilanci delle banche pieni di crediti incagliati”.

Negli Usa, quindi, hanno stimolato l’economia e tenuto a galla a tutti i costi il sistema bancario facendo ampi deficit per dieci anni e ora invece di smettere continuano. “In Italia la discussione di economia sembra spenta, ci siamo rassegnati al famoso 2% di deficit pubblico e alla crescita più o meno zero. La politica di austerità ci soffoca da 20 anni, perché il famoso deficit del 2% del PIL significa in realtà un ‘surplus’ di tasse. Lo Stato paga infatti interessi pari al 3,8% del PIL per cui in realtà le tasse sono maggiori delle spese di un 1,7% del PIL (3,7% di interessi -2% di deficit appunto = 1,7% o se vogliamo in miliardi, 60 miliardi di interessi meno 35-40 miliardi di deficit = 20-25 miliardi circa di surplus (usiamo il circa perché il deficit effettivo è sempre più alto di quello programmato)”.

In parole semplici, lo Stato tassa di più di quello che spende, di circa 25 miliardi e va in deficit solo per pagare interessi che però vanno all’estero o a banche e banche centrali e non all’economia. “Dato che in aggiunta le banche continuano a tagliare il credito alle imprese, (di circa 45 miliardi nell’ultimo anno) e preferiscono comprare Btp, il denaro che gira nell’economia si è ridotto ancora (di circa 60-70 miliardi)”, conclude Zibordi. Svegli, dunque! E diamoci da fare perché l’Italia esca dall’eurogabbia e persegue le teorie della Mmt.

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