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Mes, il ‘pacchetto’ di Conte è un ‘pacco’ per l’Italia. Serio rischio che saltino diverse banche

Pubblicato il 04/12/2019 17:49

Questo Mes ogni giorno rivela delle sorprese. Tutte spiacevoli, ovviamente. E noi, puntualmente, siamo qui a darne conto. Stavolta ci concentreremo sulle otto paginette – terribili – allegate a quelle che il premier Giuseppe Conte ha chiamato “il pacchetto” del Mes. Qui c’è anche la revisione del fondo di risoluzione delle banche e il progetto di bilancio comune dell’Eurozona. Per analizzare meglio il tutto ci avvaliamo della riflessione di Franco Bechis pubblicata oggi su Il Tempo. Scrive Bechis: “Quelle paginette sono una vera e propria bomba sul sistema del credito italiano, e non solo su quello. Le ha scritte Olaf Scholz, vice cancelliere e ministro delle Finanze tedesco, e sono la vera ragione delle preoccupazioni mostrate in una intervista dal presidente dei banchieri italiani, Antonio Patuelli. Perché la richiesta tedesca è quella di valutare con profili di rischio gli investimenti degli istituti di credito nei titoli di Stato”.

Bechis prova a spiegare come funziona: “Oggi quei titoli sono parte del patrimonio delle banche. Con la richiesta tedesca dovrebbero invece essere considerati dei crediti, parzialmente coperti nei loro bilanci a fondo rischi. Questo significherebbe dover riscrivere tutti i bilanci delle banche in Europa. E scoprire istituto dopo istituto che i coefficienti patrimoniali non sarebbero in molti casi più soddisfatti, e dovrebbero essere riequilibrati da corposi aumenti di capitale”. Il punto focale poi emerge da una simulazione sull’effetto che avrebbe oggi sui bilanci delle banche europee la richiesta tedesca. Nella tabella ci sono anche dieci banche italiane.

Cosa succederebbe quindi? “Che sarebbero costrette a lanciare aumenti di capitale per un totale di 16,3 miliardi di euro. Ipotesi praticamente impossibile in questi momenti di mercato, e che porterebbe con facilità l’Italia a dovere chiedere accesso ai fondi del Mes che garantiscono anche quello salva-banche. E i danni più rilevanti sarebbero sopportati dalle banche medio piccole. In Italia ad Iccrea servirebbe per adeguarsi un aumento di capitale da 1,2 miliardi di euro. Al Monte dei Paschi di Siena appena uscito da una cura lacrime e sangue servirebbe un ulteriore aumento di capitale da 3, 2 miliardi di euro”, e così via…

Insomma, una mazzata. “Che alla fine – continua Bechis – si abbatterebbe anche su alcune piccole banche tedesche, come su quelle francesi e su quelle spagnole. Ma per l’Italia potrebbe rivelarsi una arma letale. Perché per salvare i propri istituti di credito che non troverebbero in gran parte la liquidità necessaria a patrimonializzare i propri bilanci, sarebbe necessario andare con il cappello in mano al Mes, che secondo il meccanismo che Giuseppe Conte difende, risponderebbe: ‘Sì, ma il vostro debito non è sostenibile. Quindi sblocchiamo i fondi che vi servono solo se ci presentate un serio piano di ristrutturazione del debito pubblico coinvolgendo anche i risparmiatori privati'”.

Ecco con esempi concreti come questo vi stiamo facendo capire di cosa si discute in queste ore in Partlamento, e come la “logica di pacchetto” invocata dal premier Conte rischia di trasformarsi in un vero ‘pacco’ per l’Italia e gli italiani. Conclude Bechis: “Ragione in più per esercitare il diritto di veto di grande paese fondatore dell’Unione europea fino a quando non si rivede l’intera architettura di quelle norme. E se il braccio di ferro dovesse fare alzare lo spread, il danno per l’Italia sarebbe minore rispetto a quello che potrebbe travolgere il sistema finanziario del paese”.

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