L’ultima idea del governo per venire incontro a imprese disastrate, con l’acqua alla gola a causa di un’emergenza coronavirus e dei pochissimi aiuti ricevuti, è quella di non richiedere il versamento dell’Irap per il mese di giugno. Una proposta annunciata da Roberto Gualtieri nel corso dell’ultima puntata di Che Tempo Che Fa, ospite di Fabio Fazio, e che però, inevitabilmente, solleva un interrogativo dalla risposta tutt’altro che scontata: come farà fronte l’esecutivo giallorosso alle minori entrate derivanti dall’eliminazione della tassa che le imprese solitamente girano alle Regioni per finanziare la spesa sanitaria? La risposta, tra le righe, l’ha data lo stesso ministro dell’Economia.
Gualtieri ha infatti lasciato intendere che si andrà incontro a un aumento del deficit e che si discuterà, in un momento di così urgente necessità, della possibilità di far ricorso al fondo Salva-Stati. Ovvero quell’ormai famosissimo Mes intorno al quale le giravolte del governo sono iniziate da settimane, con l’obiettivo di far sembrare la scelta finale di aderire come necessaria agli occhi di tutti. Italia Viva, Forza Italia e il Pd sono d’altronde tutti concordi sulla necessità di accettare quei soldi, promettendo che l’Europa sarà tenera nelle condizionalità, pressoché nulle, e non cambierà le carte in tavola a partita in corso. E poco importa che molti economisti siano di parere opposto, continuando a lanciare allarmi che cadono puntualmente nel vuoto.
Il piano prende così forma: il Mes come boccone amaro da ingoiare in nome della ripresa dell’economia. Con un decreto ancora non definito, quello di sostegno alle imprese, che continua a mostrare i nervi scoperti di un esecutivo spaccato (in ultimo sul reddito di emergenza, dopo il tanto penare per la regolarizzazione dei migranti) e che continua a battibeccare in un momento in cui servirebbero invece risposte rapide e decise a una crisi senza precedenti. Con un’intesa che tarda ad arrivare anche sul finanziamento alle imprese: stando alle ultime indiscrezioni, commercianti, artigiani e piccole aziende fino a 5 milioni di fatturato potranno contare su un contributo a fondo perduto fino a 62 mila euro, concesso dall’Agenzia delle Entrate con bonifico. Per ottenere i soldi, però, si dovrà dimostrare un calo del fatturato pari a due terzi di quello registrato ad aprile di un anno fa. Le aziende più piccole avranno anche un credito d’ imposta sull’affitto fino al sessanta per cento, purché dimostrino di aver avuto il dimezzamento del fatturato.
Per le aziende con ricavi fra i cinque e i cinquanta milioni si potrà avere uno sconto sull’eventuale ricapitalizzazione per un valore non superiore ai due milioni di euro, mentre le aziende sopra i cinquanta miliardi di fatturato resta invece la norma che prevede l’intervento di Cassa depositi e prestiti. Il tutto in attesa che ci si decida, finalmente, a rompere gli indugi. Che si trovi un’intesa quanto mai urgente per chi ancora aspetta aiuti essenziali e ha ricevuto, finora, solo tanta confusione. E con la consapevolezza che la parola Mes inizia a stagliarsi all’orizzonte a caratteri cubitali.
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