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Inquinamento, ecco quali sono i 58 siti a grave rischio sanitario in Italia

Pubblicato il 15/11/2019 10:24 - Aggiornato il 16/11/2019 11:06

C’è da ringraziare Michela De Biasio che su BusinessInsider ha pubblicato la mappa dei 58 siti italiani a grave rischio sanitario. Nonostante si continui a far finta che l’inquinamento non sia un problema, e nonostante la classe politica continui a non considerare la situazione climatica e ambientale un’emergenza, la situazione leggendo i dati ISPRA 2018 appare drammatica. In Italia i siti potenzialmente contaminati in attesa di bonifica sono 12.482. Una cifra spaventosa. E fa ancora più paura sapere che di questi ben 58 sono definiti come gravemente inquinati e a elevato rischio sanitario. Ecco dunque l’elenco dei siti e le problematiche che li rendono a grave rischio sanitario.

Porto Marghera (Veneto); Napoli Orientale, discariche (Campania); Gela (Sicilia); Priolo (Sicilia); Manfredonia, discarica Syndial (Puglia); Brindisi (Puglia); Taranto, Ilva (Puglia); Cengio e Saliceto (Piemonte); Piombino (Toscana); Massa e Carrara (Toscana); Il Sin di Massa Carrara (Toscana); Casale Monferrato, stabilimento ex Eternit (Piemonte); Balangero (Piemonte); Pieve Vergonte (Piemonte); Sesto San Giovanni (Lombardia); Napoli Bagnoli (Campania); Pioltello Rodano (Lombardia); Tito (Basilicata); Crotone – Cassano – Cerchiara (Calabria).

Fidenza (Emilia Romagna – Il Sin di Fidenza); Trieste (Friuli Venezia Giulia – Ilva Italsider); Caffaro di Torviscosa (Friuli Venezia Giulia – stabilimento SPIN); Cogoleto-Stoppani (Liguria -La Stoppani di Cogoleto); Bari (Puglia; Fabbrica di amianto Fibronit); Sulcis-Iglesiente-Guspinese (Sardegna – La raffineria Sarach di Sarroch); Biancavilla (Sicilia -Cava di monte Calvario); Livorno (Toscana – Porto di Livorno); Terni – Papigno (Umbria – Le acciaierie); Emarese (Valle d’Aosta – La miniera di Emarese); Brescia -Caffaro (Lombardia – Stabilimento Caffaro); Broni (Lombardia – Aree ex Fibronit, ex Ecored, Fibroservice S.r.l.).

Falconara Marittima (Marche – La raffineria Api); Serravalle Scrivia (Piemonte – La Ecolibarna); Laghi di Mantova (Lombardia); Orbetello (Toscana – Area ex-Sitoco); Porto Torres (Sardegna – zona industriale); Aree industriali della Val Basento (Basilicata – Mythen di Ferrandina); Bacino del Fiume Sacco (Lazio); Milazzo (Sicilia – La raffineria); Bussi sul Tirino (Abruzzo – Discarica abusiva); Bologna, Officina Grandi Riparazioni ETR (Emilia Romagna); Fiumi Saline e Alento (Abruzzo); Aree del Litorale Vesuviano (Campania); Litorale Domizio Flegreo e Agro Aversano, “Terra dei fuochi” (Campania).

Pianura (Campania); Sassuolo, il distretto ceramico (Emilia Romagna); Frosinone, disariche (Lazio); Pitelli, discarica (Liguria); Milano Bovisa, Gasometro alla ‘Goccia’ (Lombardia); Basso bacino del fiume Chienti (Marche); Campobasso – Guglionesi II, discariche (Molise); Basse di Stura (Piemonte); La Maddalena, ex Arsenale (Sardegna); Strillaie, Arpat (Toscana); Bolzano, area della ex-Speedline (Trentino Alto Adige); Mardimago – Ceregnano (Veneto); Bacino Idrografico del fiume Sarno (Campania); Cerro al Lambro, ex fabbbrica chimica militare Saronio (Lombardia)

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