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La lotta al contante conviene? Ecco chi guadagna davvero dalla rivoluzione digitale

Pubblicato il 17/02/2020 15:50 - Aggiornato il 17/02/2020 15:57

A chi conviene davvero passare alle transazioni virtuali? Quello che si sente dire solitamente è che il passo avanti verso un mondo fatto sempre meno di contante e sempre più di carte è fondamentale per combattere l’evasione. Eppure qualche dubbio, proprio mentre anche l’Italia si prepara al grande salto, viene. Nel 2018, per dire, la Commissione Europea aveva sottolineato come evidenze in questo senso non fossero emerse. E anzi parlava di uno “scarso contributo al contrasto del finanziamento del terrorismo o della frode fiscale”.

La lotta al contante conviene? Ecco chi guadagna davvero dalla rivoluzione digitale

Sul fronte lotta al terrorismo, la Commissione rilevava come molto spesso gli attentati siano finanziati con operazioni economiche a basso prezzo. Per quanto riguarda l’evasione, invece, l’analisi sottolineava come in realtà i maxi evasori ricorrano a operazioni complesse e che interessano più di uno Stato. Tant’è vero che in Austria, ad esempio, il livello di frode fiscale è basso, ma vi è un elevato utilizzo di contante. Una strategia inutile, insomma. Ma con dei risvolti che preoccupano e fanno riflettere. Sì perché in Finlandia, Paese solitamente indicato come uno dei più felici al mondo, il passaggio alle transazioni virtuali è stato accompagnato a un crescente indebitamento della popolazione. Un caso?

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A rilevarlo sono state le Nazioni Unite, con la banca centrale del Paese che ha colto la palla al balzo per proporre un programma di alfabetizzazione finanziaria dei cittadini. Il motivo? Un boom di debiti, cresciuti del doppio rispetto agli inizi del 2000 proprio in concomitanza con la diffusione dei pagamenti digitali. Oggi, in Finlandia l’80% delle operazioni avviene tramite carta o cellulare. Il risultato? Come spiegato da Juha Pantzar, direttore esecutivo della Guarantee Foundation che aiuta le persone indebitate a riprendere il controllo delle proprie finanze, “molti hanno difficoltà a stimare dove vengono spesi i loro soldi, quanto gli rimarrà in tasca alla fine del mese e quanto possono permettersi di prendere in prestito”.

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Una situazione talmente preoccupante che, recenti dati, mostrano come il 7% dei 5,5 milioni di cittadini finlandesi non sia in grado di pagare le bollette, con un aumento di un terzo negli ultimi dieci anni. Secondo il governatore della Banca di Finlandia Olli Rehn “i consumatori si sono già trasferiti in un mondo digitale” e le persone “non hanno più limiti fisici di bilancio come una volta: ciò rende più difficile per le persone gestire le proprie finanze”. Più ombre che luci, insomma, per un passaggio verso un’economia sempre più virtuale esaltato con eccessiva leggerezza. A meno che a parlarne non sia chi, al dunque, non rischia di guadagnarci.

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