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Il decreto liquidità? Lento e insufficiente. E ora, non bastasse, ci si mette anche l’Ue

Pubblicato il 09/04/2020 10:46 - Aggiornato il 09/04/2020 11:11

La strada che porta le imprese italiane a ricevere gli aiuti annunci da Giuseppe Conte, i 400 miliardi di euro messi sul tavolo per contrastare gli effetti devastanti della crisi economica figlia della pandemia, rischia di farsi lunga, lunghissima. Nonostante gli annunci del premier, che prometteva di fare il possibile affinché accedere alla somma si rivelasse cosa facile e abbastanza celere per chiunque ne avesse diritto, l’iter dell’intervento sembra farsi piuttosto complicato, e il rischio è che le nostre aziende si trovino a fare i conti con un snervante attesa.

Il decreto liquidità? Lento e insufficiente. E ora, non bastasse, ci si mette anche l'Ue

Il nodo centrale resta sempre lo stesso: l’Europa. Conte non si è rivolto al Parlamento per chiedere l’autorizzazione a sforare e aspetta il responso dell’Eurogruppo, che vede le trattative tra i vari Paesi Ue farsi sempre più serrate. In base all’esito, saprà quanti soldi potrà realmente investire per il decreto destinato alle imprese, che al momento non è stato ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale, e per i prossimi interventi in programma ad aprile. Ma lo stallo che si sta perpetuando a Bruxelles rischia di avere un prezzo molto alto per chi aspetta un sostegno più che mai vitale in questi tempi durissimi.

Il decreto liquidità? Lento e insufficiente. E ora, non bastasse, ci si mette anche l'Ue

Di fronte al rischio di un percorso a ostacoli, le aziende hanno così rispolverato le richieste di un riavvio delle attività, per evitare che la paralisi totale di interi settori possa trasformarsi in un macigno destinato a schiacciare tante realtà nostrane. La Confindustria di Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto ha sottoscritto un’agenda per la riapertura delle imprese, spiegando: “Se il Nord del Paese, il cuore della sua produttività, non rialza la testa entro breve, il rischio è che il motore si spenga definitivamente”.

Il decreto liquidità? Lento e insufficiente. E ora, non bastasse, ci si mette anche l'Ue

L’associazione banche, nel frattempo, ha aperto un tavolo con il governo per tagliare i tempi dell’erogazione della liquidità alle imprese, che potrebbero altrimenti prolungarsi fino a 100 giorni. Troppo, per chi è già costretto a vivere da settimane una situazione di difficoltà estrema. Si tenterà di dimezzare l’iter, ferma restando però la Spada di Damocle europea: se Bruxelles non ci tenderà la mano, il rischio è che gli aiuti del governo siano tardivi e molto meno efficaci di quanto inizialmente paventato.

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