Vai al contenuto

Chiude un altro pezzo del Made in Italy. Il caro bollette manda in tilt una eccellenza italiana

Pubblicato il 18/02/2022 19:17

I rincari dei costi dell’energia sono un vero e proprio incubo per gli italiani. Molti cittadini sono costretti a risparmiare su luce e gas per via degli aumenti in bolletta, veri e propri salassi che possono sfiorare +131% per la luce e 94% per il gas. Ma quali sono le ricadute di questa crisi energetica sul tessuto imprenditoriale? La risposta arriva dal distretto emiliano.
(Continua a leggere dopo la foto)

<<Costretti a investire fuori dall’Italia>> Queste le parole di Giorgio Romani, presidente del Gruppo Romani, 420 dipendenti. <<Ormai la prima cosa che faccio in ufficio non è aprire il portafoglio ordini ma guardare come sta andando il gas>> chiosa l’imprenditore. La sua azienda è una delle circa cento produttrici di piastrelle nel distretto emiliano, uno tra i poli più attivi del Paese. Nell’area fra Reggio Emilia e Modena si possono toccare con mano tutte le falle del sistema industriale italiano, un accumulo gigantesco di errori politici e gestionali. <<Sembrava un sogno, sta diventando un incubo>> esclama Romani. Le aziende sono passate direttamente dall’aumento produttivo registrato in seguito ai bonus edilizi al lavorare in perdita a causa dell’aumento dei costi.
(Continua a leggere dopo la foto)

Quello della ceramica è uno dei settori in cui il consumo d’energia è alla base del processo produttivo e, di conseguenza, uno dei più colpiti insieme ad acciaierie, fabbriche di lavorazione del vetro. Queste aziende rischiano un vero e proprio “lockdown produttivo”, causando danni incalcolabili per l’economia locale e nazionale. Il settore della ceramica per piastrelle, per fare un esempio, ha sperimentato nel 2021 una bolletta del gas metano che era di circa 250 milioni, per quest’anno invece prevede un aumento del 500% della spesa e costi di oltre 1,2 miliardi, pari a un quinto del suo fatturato totale per la sola fornitura di base.
(Continua a leggere dopo la foto)

Il 59% delle risorse stanziate col famigerato PNRR sono dedicate alla transizione ecologica ma, a questo punto, sorge spontaneo chiedersi come si possa anche solo immaginare una transizione energetica capace di creare sviluppo in un contesto emergenziale come quello attuale. Come si può parlare di sostenibilità e sviluppo, puntando sull’elettrico, se l’energia diventa un bene di lusso? Probabilmente c’è ancora molto da rivedere nei piani dell’Europa.