Un aiuto arrivato con tempi lunghi, troppo per chi da settimane è costretto a casa, senza poter lavorare e mandare avanti la propria azienda. E che rischia di rivelarsi molto meno efficace di quella “potenza di fuoco” di cui aveva parlato Giuseppe Conte trionfalmente in conferenza stampa. Il decreto liquidità del governo continua a non convincere. Soprattutto i commercialisti, che in queste ore hanno puntato il dito tanto sugli aspetti fiscali quanto su quelli contabili della manovra.
Ultimo in ordine cronologico a rilanciare l’allarme è stato, attraverso le pagine de Il Corriere della Sera, Massimo Miani, presidente dei commercialisti italiani: “Non è più soltanto una questione di somme o cifre, ma di metodo. La complicazione è uno dei mali più grandi di questo Paese. Sta finendo per invalidare le misure più importanti varate per l’emergenza sanitaria. Ogni provvedimento è pieno di eccezioni e requisiti, ogni iter burocratico è complesso e di difficile interpretazione. Questo ha fatto in modo che nessun euro di quelli previsti sia al momento finito nelle tasche degli italiani”.
E così mentre gli altri Paesi, quelli che non sono schiavi dei diktat della Germania e dell’Olanda, mettono in campo il loro “bazooka”, stampando soldi da distribuire direttamente ai cittadini per evitare che le famiglie fatichino ad arrivare a fine mese, l’Italia si trova impantanata, ferma a una serie di annunci ai quali non fanno mai seguito vere e proprie azioni di forza. A deludere i commercialisti, anche la mancata sospensione dei versamenti fino al 30 settembre, che avrebbe dovuto comprendere non solo i versamenti periodici di Iva, ritenute, contributi previdenziali e premi assicurativi, ma anche quelli relativi alla dichiarazione dei redditi e Irap in scadenza il prossimo 30 giugno.
La sensazione diffusa è che, tra i ritardi del governo e gli inevitabili contrattempi burocratici, gli italiani riusciranno a mettere le mani sui soldi promessi soltanto tra qualche mese. Tardi, troppo tardi per molti di loro. Serve un cambio di marcia immediato, prima che il conto si faccia insostenibile. Ma forse qualcuno non ha ancora compreso appieno la gravità di una situazione senza precedenti.
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