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Gualtieri esulta per il Sure, un’altra trappola da 27 fantamiliardi europei

Pubblicato il 25/08/2020 16:11

Il Mes, il Recovery Fund, il Sure. Chiamiamoli come vogliamo, ma sono tutte facce della stessa medaglia. Soldi nostri che l’Europa ci ridà in prestito e che poi utilizza per toglierci sovranità. Ci siamo concentrati a lungo a raccontare la fregatura nascosta dietro al Mes prima e al Recovery Fund poi. Adesso, invece, è bene fare il punto sul Sure. Perché appare del tutto compromessa e immotivata la reazione di giubilo del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri quando ha saputo della concessione di un prestito di cui non conosce le condizioni, per di più destinato a spese già stanziate e in parte già finanziate con emissioni di titoli pubblici. Già, è proprio quello che è appena successo. Ma procediamo con ordie.

Come ricostruisce Giuseppe Liturri su La Verità, “la Commissione Ue e Roberto Gualtieri hanno annunciato, con grandi squilli di fanfare inneggianti alla ritrovata solidarietà europea, la positiva conclusione della fase istruttoria che ha portato la Commissione a proporre al Consiglio la decisione di concedere all’Italia un prestito di 274 miliardi. Accanto all’Italia, spicca la Spagna con 21,3 miliardi, seguite da altri 13 Paesi (tra cui non compare la Francia), per un totale di 81,4 miliardi sui 100 erogabili dal fondo Sure”. A tal proposito, il Mef ha commentato: “Grazie a questo finanziamento, realizzato attraverso l’emissione di titoli comuni europei, il risparmio per le casse dello Stato nell’arco dei 15 anni di maturità può essere stimato in oltre 5 miliardi e mezzo di euro”.

Bene. “Offende – analizza Liturri – la stima del risparmio di interessi rispetto al finanziamento con emissione di titoli pubblici. Calcoli che incorporano un risparmio medio di circa 370 milioni all’anno per 15 anni e che implicano una differenza di tasso, tra titoli di Stato e prestito della Commissione, intorno all’1,4% annuo. Considerato che a febbraio il Btp a 15 anni è andato a ruba con un rendimento lordo del 1,49% e a giugno l’ultima asta ha fatto segnare un rendimento lordo dell’1,91%, ne deduciamo che Gualtieri stimi un tasso di poco superiore allo zero. Ma com’è possibile proiettare su 15 anni le attuali condizioni e considerarle immutabili? E se domani il Btp 15 anni scendesse, non scontando più quell’assurdo spread? Gualtieri rifarebbe i conti?”.

Analizzando attentamente la proposta sottoposta dalla Commissione al Consiglio, si evince che il prestito del Sure sarà disponibile non subito ma a rate (fino a dieci), “ciascuna delle quali – spiega Liturri – sarà erogata anche in più quote. Inoltre, come disposto dall’articolo 8(2) del regolamento 672/2020, le condizioni del prestito saranno contenute in un separato accordo tra Commissione e governo, da stipularsi prima del pagamento della prima rata. Gualtieri conosce già quelle condizioni? Purtroppo per lui – poiché la Commissione non dispone di quelle somme da prestarci, ma dovrà raccoglierle sui mercati – quelle condizioni non sono note”.

Ci risiamo, dunque. È il solito giochino dell’Ue, avallato dai suoi uomini posti nelle poltrone giuste nei governi nazionali. Gualtieri, essendo uomo di Bruxelles, esegue questi ordini. E farà di tutto per mettere queste condizioni all’Italia, la quale sconterà in futuro queste scelte scellerate. Gualtieri, inoltre, “si guarda bene dallo specificare che, come recita il comma 6, sarà la Commissione a decidere l’entità e il momento di erogazione delle rate. Insomma, siamo nelle loro mani”. E Gualtieri sta lanciando l’Italia in un prestito di cui non si conoscono ancora le condizioni.

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