Povera Grecia, ammazzata dall’Europa. Scoppiano nuove polemiche contro il Parlamento Europeo dopo che l’ex Ministro delle Finanze della Grecia, Yanis Varoufakis, ha deciso di rendere pubbliche alcune registrazioni confidenziali, datate 2015, prese durante le riunioni dell’eurogruppo che doveva decidere le sorti della Grecia nel momento più profondo della sua crisi economica. Le parole che si sentono sono da brividi e aprono a scenari inquietanti. Le registrazioni che Yanis Varoufakis ha consegnato al presidente della Camera greca, Kostas Tasoulas, evidenziano come nel 2015 vi fosse la volontà, da parte del Parlamento Europeo, di far pagare la Grecia “a tutti i costi” i propri debiti.
E “a tutti i costi” voleva dire senza preoccuparsi troppo se l’esborso fosse sostenibile o meno dalla nazione ellenica in un momento così delicato della propria storia. Come riporta secolo-trentino.com, “nonostante Kostas Tasoulas abbia affermato di non voler rendere pubblico ai propri parlamentari il contenuto specifico della busta ricevuta, per il Parlamento Europeo questo rimane un grosso scivolone, arrivato in un momento, di per sé, già molto delicato per la massima istituzione europea”.
Sulla vicenda sono intervenuti sia il Presidente dell’Eurogruppo, Mario Centineo, che il direttore del Meccanismo europeo di stabilità Klaus Regling. Se Centineo non si è sbottonato affermando di non avere commenti da fare ma di essere profondamente rammaricato per la fuoriuscita delle notizie, Klaus Regling è stato molto più duro, dimostrando di non aver gradito lo sgarbo ricevuto.
Il direttore del Mes, sulla vicenda, ha tuonato: “Ci rammarichiamo per questa violazione della confidenzialità. Allo stesso tempo mi aspetto che abbia messo nella busta quello che trova interessante”.
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