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Boom di contagi a scuola, ecco il documento che inchioda la Azzolina: e lei lo ha ignorato

Pubblicato il 28/10/2020 15:45

La ministra della d-Istruzione Lucia Azzolina, ripete da giorni che la scuola è un luogo sicuro e che i dati ce lo confermano. Appurato che questo non è vero, basta fare un giro di telefonate tra amici e parenti che orbitano intorno al mondo della scuola per rendersi conto che molti istituti sono già chiusi e che è tutto un trionfare di positivi tra studenti e docenti. Esseri umani mandati allo sbaraglio perché la ministra deve poter continuare a dire che le “scuole devono restare aperte” e che grazie a lei sono anche un “luogo sicuro”. La ministra difende costantemente il suo operato dalle critiche sulla gestione della riapertura delle scuole durante l’emergenza coronavirus, ma ormai la balla si è sgonfiata. E spunta anche un documento che la incastra.

Tra la prima e la seconda ondata c’è stata una gravissima sottovalutazione del pericolo contagio nelle scuole. Attorno a Ferragosto, infatti, c’era già l’allarme in merito, lanciato al comitato tecnico scientifico direttamente dal ministro della Salute Roberto Speranza. Azzolina se ne è infischiata. Doveva far vedere a tutti che lei avrebbe aperto le scuole, e così ha fatto, giocando con la salute di studenti, famiglie, docenti e tutto il personale. Esiste un documento con tanto di protocollo – ripreso e citato da Francesco Storace su Il Tempo – che è proprio del ministero della Salute, e reca la data del 12 agosto. “Trasmissibilità di Sars-CoV-2 nelle scuole”: compare così in un documento ufficiale l’allarme.

Manda a dire Speranza che non è ancora nota “la reale trasmissibilità di Sars-CoV-2 nelle scuole”. E avverte: “Cominciano a essere disponibili evidenze scientifiche di outbreak negli ambienti scolastici”. Inoltre: “Non è nemmeno noto l’impatto che potranno avere le misure di riorganizzazione scolastica che si stanno mettendo in campo in questi giorni». E si pronostica come «molto incerto il ruolo della trasmissione nelle scuole a partire da settembre sull’epidemiologia complessiva di Sars-CoV-2”. In tutto questo la Azzolina pensava ai banchi a rotelle e mandare allo sbaraglio migliaia di docenti precari con un concorso folle che ora tutti chiedono di bloccare.

A fronte di una seconda ipotesi di trasmissibilità del virus più diffusa, il rischio sarà – si scriveva – di un limitato indice di trasmissione tra Rt 1,25 e 1,5, per cui si renderebbe necessario adottare “misure di contenimento/mitigazione straordinarie”. Infine, lo scenario più preoccupante, in presenza di un indice di trasmissibilità costantemente tra le cifre su indicate, il problema sarebbe davvero grave e di carattere ancora più generale, ancora oltre il sistema scolastico. Qualche giorno dopo è l’Istituto superiore di sanità, il 21 agosto, a segnalare la preoccupazione al Cts.

Con parole ancora più nette: “La riapertura delle scuole attualmente prevista nel mese di settembre 2020 pone dal punto di vista epidemiologico un possibile aumento del rischio della circolazione del virus nella comunità”. È necessario “procedere con una riapertura scolastica più sicura”. Peccato che in Italia questo compito sia stato affidato alla Azzolina, e i risultati ora si vedono.

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