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Non solo McKinsey, ecco l’esercito di società di consulenza dentro lo Stato

Pubblicato il 15/03/2021 09:09

Il caso scoppiato intorno alla consulenza affidata dal ministero del Tesoro al colosso Usa McKinsey per scrivere il Next Generation ha acceso la luce su una faccenda molto interessante. Quanto spende ogni anno il nostro Paese per le consulenze di società (generalmente straniere)? Pagare i tecnici che sono già dipendenti statali non basta? Allora vuol dire che sono incompetenti se c’è il bisogno di affidarsi a consulenti stranieri di mega multinazionali. Oppure ci sono altri interessi in gioco? Come spiega Antonella Baccaro sul Corriere, la quale si è impegnata a ricostruire la ragnatela, “una mappatura totale è resa difficile dalla mancanza di una refertazione periodica, completa e facilmente accessibile, ben-ché ci siano leggi che la imporrebbero e sebbene vengano offerte online banche dati pubbliche che però non mantengono ciò che promettono”. (Continua a leggere dopo la foto)

Se, ad esempio, si volessero conoscere le consulenze di Palazzo Chigi, inserendo “presidenza del Consiglio”, il termine “consulenze” o “consulenti” ci sono zero risultati, qualcosa emerge con “esperti”, nulla con “collaborazioni”. Spiega la Baccaro: “Più fortunata è la ricerca sul territorio. Una cartina dell’Italia suddivisa per Regioni consente di accedere al numero (ma non al valore) dei «consulenti e collaboratori esterni» (non è chiaro se si riferisca ai contratti e se a quelli affidati o a quelli ancora in essere). Ed ecco i primi dati: nel 2020 i collaboratori e consulenti esterni sono stati 70mila 500. Primeggia la Lombardia con 12 mila 597 esperti incaricati. Quanto ai Comuni, gli ultimi dati comparativi elaborati da OpenPolis risalgono al 2013: Firenze era la città che pro capite, per cittadino, aveva speso di più in incarichi esterni 9,51 euro, non a caso sindaco era Matteo Renzi, che anche come premier ha fatto largo uso di esperti”. (Continua a leggere dopo la foto)

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E lo Stato centrale? “I dati più recenti sui costi delle consulenze dei ministeri sono rintracciabili nel rendiconto dello Stato 2019: si parla di 99 milioni 87 mila 129 euro, a fronte dei 133 milioni 917 mila 222 dell’anno precedente e degli 89 milioni 593 mila 267 del 2017. Gli ultimi dati sulle spese di Palazzo Chigi invece si leggono nel conto finanziario 2019. Le somme «impegnate» per esperti e studi «presentano un aumento complessivo di 346 mila 318 euro, passando da 3 milioni 984 mila 729 euro a 4 milioni 331 mila e 47 euro. L’aumento è dovuto anche all’incremento della spesa per gli esperti assegnati alla struttura a supporto del Commissario straordinario per l’Agenda digitale. A questa cifra va aggiunto il milione e 269 mila 748 euro utilizzato per «esperti in investimenti pubblici e finanza di progetto»”. (Continua a leggere dopo la foto)

Nel conto non rientrano le consulenze affidate dagli uffici di diretta collaborazione del premier e quelli relativi ai fondi strutturali che finiscono nel calderone delle spese di quelle strutture. “La cifra, come si detto, è relativa alle somme impegnate, non al valore degli incarichi affidati che è ben più alto. Un conto rapido individua per il 2020 più di 300 incarichi assegnati a fronte dei circa 200 del 2019. Il valore delle consulenze per il 2020 supera i nove milioni di euro”. Oltre McKinsey, quindi, ci sono molte altre società di consulenza che ricevono da sempre dai governi incarichi su dossier importanti. “L’accusa più comune è che queste società ricevono informazioni riservate che potrebbero usare indebitamente”.

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