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A rischio un milione di operatori dello sport. E il governo butta la palla in calcio d’angolo.

Pubblicato il 02/04/2020 14:57

Secondo le stime del CONI, lo sport in Italia vale l’1,7% del Pil del Paese, quindi 30 miliardi. Cifra che raddoppia a ben 60 miliardi se si considera anche l’indotto. Ruotano attorno a questo mondo oltre 1 milione di operatori. Solo il calcio italiano, riportato nel blancio integrato 2018 della Figc, Federazione italiana giuoco calcio, genera un fatturato di 4,7 miliardi. Il 12% del Pil del calcio mondiale. Anche il settore sportivo, che raggiunge numeri importanti tra atleti, operatori, associazioni, società sportive, enti di promozione nonché soggetti che gestiscono stadi, impianti sportivi, palestre, club e strutture per danza, fitness e culturismo, centri sportivi, piscine e centri natatori, subisce il totale arresto delle attività, con il conseguente crollo dell’economia ad esso relata.
Da ciò che viene riportato dal “Centro Studi CONI Servizi” nel “Monitoraggio CONI-FSN-DSA 2017” avente lo scopo di fornire una panoramica del movimento sportivo, in Italia risultano, 4 milioni e 703 mila atleti tesserati, 70 mila nuclei associativi, di cui oltre 63 mila società sportive, 6 mila “altri nuclei” e ben oltre 1 milione di operatori che svolgono attività di supporto e sostegno all’interno delle organizzazioni societarie e federali. Le cariche sono quelle di dirigente, tecnico, ufficiale di gara e collaboratore a vario titolo. 

Quali sono i provvedimenti presi a favore dei lavoratori del mondo dello sport? Per i lavoratori dipendenti è prevista l’erogazione della cassa integrazione in deroga. Per gli autonomi e collaboratori ci sarà l’indennità di 600 euro, i quali per il loro status giuridico sarebbero rimasti esclusi. Il ministro dell’Economia Gualtieri garantisce che tale provvedimento sarà mantenuto finché le attività resteranno chiuse. Per le associazioni e le società sportive e per gli enti di promozione è prevista la sospensione dei versamenti delle ritenute, dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria fino al 31 maggio 2020. Inoltre, sono sospesi fino al 31 maggio 2020, i pagamenti dei canoni di locazione e concessori relativi all’affidamento di impianti sportivi pubblici dello Stato e degli enti territoriali.

Sicuramente bisogna prendere atto del fatto che lo Stato si sia dimostrato intenzionato a muoversi anche a favore del suddetto settore. Che non lo abbia totalmente ignorato come in molti altri casi. Ma i punti rimangono comunque sempre gli stessi. La cifra irrisoria di 600 euro, anche se aumenterà a 800, non è sufficiente. Senza considerare l’aspetto ridicolo con cui si stanno gestendo le richieste attraverso il portale dell’Inps. E per quanto riguarda le casse di integrazione in deroga? Chi metterà la liquidità necessaria a ricoprirne gli importi? Non c’è da cantar vittoria se sono state concesse le sospensioni dei pagamenti per le associazioni e società sportive, perchè si tratta di sospensioni, che rimarranno comunque sul taccuino nero dei debiti da pagare, nonostante l’enorme difficoltà di ripresa a cui si andrà incontro. Il governo ci gira intorno perchè non ha il coraggio di chiedere all’UE e alla BCE di fare ciò che andrebbe fatto: stampare moneta e metterla nelle tasche di lavoratori e imprenditori. I 600 Euro rappresentano una tantum, conditi dalle tante esclusioni, inefficienze e storture della burocrazia, sono una goccia nel mare.

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