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Debiti, così 2 milioni di famiglie vanno k.o., tra case all’asta, malavita e governo assente

Pubblicato il 19/01/2021 15:22

C’è un dato, tra i tanti drammatici di questo periodo, che lascia davvero stupiti: 2 milioni di nuclei familiari italiani sono “sovraindebitati”, e sono migliaia le persone che per pagare i debiti si rivolgono alla malavita. Tra queste, c’è chi ha fatto un prestito per aprire una piccola attività economica e non è più stato in grado di ripagarlo a causa della crisi economica; chi ha chiesto un credito al consumo e poi ha perso il lavoro e non ha più potuto rimborsare il debito. Fausta Chiesta analizza sul Corriere questa piaga sociale: “Negli ultimi anni il numero di persone in difficoltà economica è aumentato e oggi, in base al Rapporto Svimez 2020 che cita uno studio commissionato dalla Consulta nazionale antiusura, si stima che le famiglie sovraindebitate siano quasi due milioni in Italia (e questo al netto della crisi economica causata dalla pandemia) e c’è il rischio che per tentare di uscire dalla situazione, dopo aver dato fondo a tutto il possibile (tant’è che è aumentato il mercato dei vari compro-oro) chiedano prestiti alla malavita”.

Tecnicamente si parla di sovraindebitamento quando né i redditi da lavoro, né le eventuali rendite, né le somme ottenibili vendendo quote limitate di beni di famiglia consentono di ripagare il debito e di mantenere la famiglia. “Il fenomeno del sovraindebitamento – dichiara al Corriere Giuseppe Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana e presidente di Fondazione San Bernardino e della Consulta nazionale antiusura – sta diventando sempre più di massa, alimentato dalla martellante pubblicità per il credito al consumo, ma anche dalle diminuite possibilità economiche di molte persone”.

Le famiglie ottengono così finanziamenti, molto spesso a tassi elevati che si accumulano: tanto che le entrate mensili non bastano più per pagare le rate. “A seguito dei mancati pagamenti a banche e finanziarie subentrano società di recupero crediti che assumono spesso un atteggiamento vessatorio. Così capita che le famiglie o il piccolo artigiano siano costretti a impegnare la casa o l’immobile che posseggono per l’attività”. E questo, denuncia sempre al Corriere Giovanni Pastore, fondatore dell’associazione Favor Debitoris che lavora al fianco delle Fondazioni antiusura -“viene messa all’asta dal creditore anche a un prezzo molto basso”.

La vendita non solo lascia la famiglia senza un posto dove vivere, ma quello che si ricava non è sufficiente per ripagare il debito. Nel resto d’Europa questo non accade. “Gli altri Paesi – spiega Pastore – si sono dotati da anni di programmi per smaltire il sovraindebitamento, consentendo quello che in gergo tecnico viene chiamato ‘esdebitamento’, in pratica si tratta della cancellazione del debito prevista in alcune circostanze”. Debiti, debiti e ancora debiti, dunque. Ma anche in questa direzione il governo non sembra voler intervenire. È troppo preso dal salvaguardare le proprie poltrone.

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