Sembrerà assurdo, e infatti lo è (come del resto lo è l’intera gestione della pandemia in Italia da due anni a questa parte), ma si torna addirittura a parlare di zona rossa. Ebbene sì. Stando a quanto riporta Money.it, l’allarme è reale, ben oltre le intimidazioni classiche dei virologi che avanzano stime ipotetiche o si affidano solo al calcolo probabilistico: “Gli operatori sanitari si stanno ammalando e l’intero sistema assistenziale nazionale potrebbe presto andare in crisi. L’ombra della zona rossa e delle stringenti restrizioni nate proprio per arginare il contagio e non far collassare gli ospedali si palesa all’orizzonte con maggior concretezza”. (Continua a leggere dopo la foto)
Se oltre a tutti i cittadini che in queste settimane sono rimasti contagiati e si trovano oggi a casa in quarantena, si ammalano i medici stessi a cui affidiamo la nostra vita in caso di ricovero, molti pazienti gravi potrebbero non farcela. Spiega Chiara Esposito: “Il rischio di malattia grave è infatti sventato solo nel caso di vaccinazione ma persistono i casi di non immunizzazione così come il caso particolare di chi non ha la possibilità di proteggersi dal virus. Infine il taglio fisiologico del personale ospedaliero non impatta negativamente solo sui reparti anti-covid; restano scoperte anche e soprattutto tutte le aree di medica ordinaria per i consueti servizi alla persona”. (Continua a leggere dopo la foto)
Queste situazioni, ovvero reparti dell’area medica in crisi, si vedono dai primissimi tempi della pandemia e a lungo andare avevano portato a pericolosi rinvii di operazioni e controlli per la prevenzione. “Non possiamo permetterci di ripetere lo stesso errore due volte. Gli ospedali sono in affanno con 746 nuovi ricoveri nei reparti ordinari (per un totale di 14.591) e 32 nuovi letti di terapia intensiva (per un totale di 1.499) nella sola giornata del 7 gennaio. L’affanno non è dovuto tanto a queste cifre, considerevoli ma piuttosto stabili, bensì ai 20 mila operatori (tra medici e infermieri) che si trovano oggi a casa in quarantena”. (Continua a leggere dopo la foto)
Questi dati non erano così alti da lungo tempo e si registra il rischio di cadere nuovamente in una fase di sensibile crisi ospedaliera. Guardando alle proiezioni attuali inoltre potrebbero essere ricoverati tra i 25 mila e addirittura 60 mila pazienti nel prossimo mese. “Ai contagi tra medici e infermieri si contrappone quindi la preoccupazione delle istituzioni e le risposte sindacali. Il ministro alla Salute Roberto Speranza resta cauto ma la mancanza dei lavoratori si fa sentire e i sindacati sono pronti a dire la loro. Il sindacato degli infermieri Nursing Up ad esempio parla di «oltre 6 mila operatori sanitari infettati in sole 72 ore, di cui oltre 5mila infermieri»”. Dunque, sì, ai “piani alti” si torna a parlare di zona rossa per tutta l’Italia.
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