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Violenti e pieni di precedenti: perché gli assassini di Willy erano a piede libero?

Pubblicato il 15/09/2020 14:15

C’è una domanda alla quale nessuno è riuscito ancora a fornire risposte valide e che racchiude meglio di tante altre il dramma, insopportabile, della morte di Willy Monteiro Duarte, ucciso a calci e pugni a 21 anni a Colleferro, piccolo Comune nella città metropolitana di Roma. Perché quella banda violenta che lo ha aggredito era a piede libero nonostante i precedenti penali? Perché, nonostante le tantissime segnalazioni di chi era costretto a fare i conti ogni giorno con quelle persone così violente, sprezzanti, nessuno era mai intervenuto per fermarli? Interrogativi che suonano più inquietanti col passare dei giorni, delle settimane, scandite dalle testimonianze di chi conosceva bene Mario Pincarelli e Francesco Belleggia e soprattutto i fratelli Bianchi, Gabriele e Marco.

Violenti e pieni di precedenti: perché gli assassini di Willy erano a piede libero?

Repubblica raccoglie, ad esempio, le parole di Stefano Sorci, gestore del pub Macellerie Sociali a Giulianello, provincia di Latina: “Sono venuti, hanno fatto casino, hanno ruttato e sono ripartiti, sgommando col Suv. Come cani che hanno appena pisciato su un territorio”. Una sintesi brutale ma estremamente efficace del modus operandi del gruppo, noto ormai da oltre due anni. La zona dei Castelli Romani era il terreno di caccia soprattutto dei due fratelli, appassionati di Mma e già finiti nei guai per risse e spaccio. Proprio negli ultim mesi si concentrano, non a caso, la maggior parte delle denunce a loro carico, ben nove. Eppure nessuno era mai riuscito a fermarli, né ci aveva provato.

Violenti e pieni di precedenti: perché gli assassini di Willy erano a piede libero?

Marco Bianchi aveva iniziato a portare in strada quanto appreso in palestra nel maggio 2018, arrestato per una rissa in un locale a Velletri. Il gip scarcerò tutti i coinvolti nel giro di qualche ora. Altre due denunce erano arrivate poco dopo nella zona tra Lariano e Artena: lesioni, spaccio di droghe pesanti e violazione amministrativa, pizzicato a girare in auto nonostante il lockdown. Il fratello Gabriele vanta una lista di precedenti appena meno lunga: quattro casi tra minacce, lesioni, spaccio e porto abusivo di un coltello.

Violenti e pieni di precedenti: perché gli assassini di Willy erano a piede libero?

Attorno ai due era nata col tempo una vera e propria banda. Composta, tra gli altri, da Pincarelli, anche lui tra gli assalitori di Willy. Uno che il 21 agosto 2020 aveva gettato a terra un vigile solo perché questi gli aveva ricordato l’obbligo di indossare la mascherina. Le forze dell’ordine un po’ sapevano e un po’ immaginavano, perché non tutti avevano il coraggio di denunciare, spaventati dalla violenza del gruppo. Eppure è proprio in quell’assenza di Stato che va cercata, innanzitutto, la ragione di un dramma troppo assurdo per essere accettato senza farsi domande.

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