Qui le cose sono due: o Johnson & Johnson ha detto fin dall’inizio una balla colossale, oppure si sono resi conto che – proprio come stanno facendo Pfizer e Moderna – anche loro possono continuare a guadagnare con questo giochino del Covid. È notizia di queste ore che chi ha fatto il vaccino Johnson & Johnson, “abboccando” alla possibilità di fare un’unica dose, dovrà invece subire il richiamo. Un duro colpo ai vertici della casa farmaceutica, ma anche un messaggio alla politica e alle istituzioni sanitarie che si occupano della campagna vaccinale contro il Covid. (Continua a leggere dopo la foto)
E così, adesso, il governo italiano si ritrova addirittura a dover dare la priorità a chi ha fatto la monodose per “correre” a fare il richiamo. Pensavano di essersela scampata eh? E inveec no: il richiamo per tutti deve essere per tutti. Nessuno escluso. Per la somministrazione della terza dose a tutta la popolazione, “ci sarà una priorità per coloro che hanno fatto il vaccino J&J e che dovranno fare la seconda dose. Per quanto riguarda la terza dose al resto della popolazione, ovviamente la priorità sarà legata alla data di somministrazione della seconda dose”, ha detto Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus. (Continua a leggere dopo la foto)
Sileri dice no alla “corsa a controllare gli anticorpi per sapere se serve la terza dose. La scienza già ha identificato chi per primo la deve fare, adesso aspettiamo che si esprima sugli altri. Per quanto riguarda J&J, le indicazioni saranno date a breve in maniera chiara ed esaustiva”. Ha aggiunto poi Sileri: “Questo virus ormai è entrato di diritto nei libri di medicina purtroppo, esiste, magari diventerà più debole, meno aggressivo, questo non lo sappiamo, però abbiamo un’arma per difenderci che è il vaccino”. (Continua a leggere dopo la foto)
Poi le affermazioni in libertà che fanno quasi sorridere: “Le cose finora sono andate molto molto bene e dobbiamo ringraziare il Green pass. La scuola è stata un ottimo banco di prova e siamo stati salvati dal certificato verde, perché anche se un bambino prende il virus e a casa ha genitori non vaccinati, questi genitori per lavorare devono effettuare il tampone e questo gli permette di scoprire di essere positivi facendo emergere subito quel sommerso che altrimenti avremmo scoperto più tardi”.
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