Un’emergenza silenziosa. Sono sempre più, e sono sempre più soli. Parliamo delle vittime del vaccino, persone che a seguito dell’inoculazione del farmaco anti-Covid hanno subito effetti avversi gravi e gravissimi. Abbandonati completamente dallo Stato, guardati come “pazzi” o “ansiosi”, hanno invece sofferto di anomalie alle fibre nervose periferiche, perdita di sensibilità degli arti, neuropatie. Però al ministero guidato da Speranza non importa di queste persone. Anzi, si crea una sorta di gabbia intorno a loro, come a non volere che se ne parli troppo, che si raccontino le loro storie, che venga fuori, insomma, che il vaccino può anche far male, molto male. E questo non deve succedere, soprattutto con le quarte dosi da smaltire prima della scadenza e con i nuovi sieri in arrivo per ottobre. I “danneggiati da vaccino” sono dunque fantasmi in Italia. Non riescono a farsi riconoscere la correlazione malgrado presentino lo stesso processo infiammatorio immunomediato, legato a una regolazione alterata del sistema immunitario. “Bruciamo in silenzio”, dicono alcuni. La neuropatia delle piccole fibre, ovvero la cattiva funzionalità dei nervi periferici che colpisce quei vettori che fanno arrivare al cervello informazioni relative al dolore e alla temperatura, provoca calore intenso, “scosse elettriche” agli arti, problemi cardiaci, tachicardia, difficoltà respiratorie e nei movimenti, disturbi che la scienza definisce “altamente invalidanti”. Ma non hanno cure specifiche. (Continua a leggere dopo la foto)
A raccontare le loro storie è Patrizia Floder Reitter in un’inchiesta su Panorama. “Nel 2021 c’è stata un’esplosione di casi, il più delle volte sottovalutati o curati come malattie psichiatriche. Intanto, la patologia rimane, le sofferenze pure, i casi non sono più così rari. Pochi riescono in Italia a ottenere una diagnosi, certa solo dopo una biopsia cutanea. Dalle testimonianze che Panorama ha raccolto si capisce che in alcuni casi l’inoculazione ha portato con sé problemi collaterali anche importanti, con interrogativi sul futuro. E se da una parte la pandemia si continuerà a combattere con i nuovi vaccini allo studio e con la quarta dose proposta a tamburo battente, dall’altra non può essere rinviata la presa in carico di tanti malati con eventi avversi”. Manuela, 31 anni, impiegata in un’azienda di Milano, ha dovuto lasciare il lavoro, vendere casa e andare a vivere da parenti a Torino perché la degenerazione del sistema nervoso periferico, cominciata dopo il vaccino anti Covid, è peggiorata. Racconta: “Nessuno riusciva a diagnosticare di che cosa stessi soffrendo. Poi è stata confermata una neuropatia delle piccole fibre”. Purtroppo i farmaci non la fanno stare meglio: “All’estero i pazienti hanno accesso alla plasmaferesi (scambi plasmatici. ndr) o alle immunoglobuline, in Italia non è possibile. Apprezzo la diagnosi che hanno fatto, ma mi sento abbandonata a me stessa”. (Continua a leggere dopo la foto)
Marika, 44 anni, insegnante friulana, per colpa del vaccino AstraZeneca ha perso 20 chili in otto mesi, si è ritrovata con perimiocardite, pleurite e danni alle piccole fibre periferiche del sistema nervoso. “Eppure, con il mio quadro clinico, ogni 30 giorni devo battagliare per ottenere l’esenzione dal vaccino e non fare il booster” racconta esasperata. E poi: “I medici mi hanno fatto sentire matta”. Tremendo. Stessa sorte per Federica, fisico ospedaliero di Cagliari, 57 anni: “Con la seconda dose Pfizer, nel febbraio 2021, sono iniziati dolori, vertigini, bruciori alle gambe. Il medico di base la mette alcuni giorni in malattia con «sindrome parainfluenzale», ma la stanchezza non passa, a maggio fare qualsiasi cosa le costa fatica. Grazie al Comitato ‘Ascoltami’ ho scoperto che poteva essere una neuropatia delle piccole fibre e c’erano centri in grado di diagnosticarla. Per mesi ho fatto avanti e indietro dalla Sardegna, spendendo soldi in viaggi e visite private per non sentirmi dire che ero matta. Alla fine, dopo la biopsia, è arrivata la conferma nella neuropatia”. (Continua a leggere dopo la foto)
“Dopo la prima dose con Moderna, nel giugno di un anno fa ho avvertito dolore all’anca. Completato il ciclo vaccinale, mi è successo di tutto. Il male si è diffuso ovunque, fitte continue che mi hanno molto spaventato. La neuropatia è stata confermata, mi è stato detto che il vaccino può aver provocato una reazione tossica ma non esiste certezza. Non si sa perché i nervi siano lesionati. Non ho cure, vengono dati antidepressivi, antiepilettici, integratori. Le “punture di spillo” si sono diffuse ai piedi e alle mani e non so quanto peggiorerò. Ho paura a fare la terza dose, quando non mi faranno più esenzioni dovrò smettere di lavorare?”, attacca Elisa, 36 anni. Eccoli dunque i alcuni dei “fantasmi” che lottano ogni giorno con le conseguenze del vaccino. Abbandonate a sé stesse, costrette a vagare per l’Italia, passando da un medico all’altro, pagando per le visite. Ignorati dal governo che ha paure che possa emergere chissà quale verità.
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