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Usato solo un decimo dei soldi stanziati. Il flop di “una delle più importanti misure di rilancio”

Pubblicato il 19/05/2021 13:28

Siamo alle solite, non impareranno mai… Al governo, due ne pensano, quattro ne sbagliano! L’Associazione nazionale dei costruttori edili (Ance) denuncia le criticità del provvedimento Superbonus, introdotto per incentivare i lavori del settore edile.

La misura, lanciata con il D.L. “Rilancio” del 19 maggio 2020, puntava anche a “rendere più efficienti e più sicure le nostre abitazioni”. “Il meccanismo prevede che gli interventi possano essere svolti anche a costo zero per il cittadino!”, scrivevano così sul sito governo.it (Continua dopo la foto)

“Questa misura crea un meccanismo virtuoso di mercato che offre benefici a tutti i soggetti coinvolti: il cittadino può ristrutturare casa gratuitamente, ridurre il costo delle bollette e valorizzare il proprio patrimonio immobiliare; l’impresa può aumentare il proprio fatturato grazie al maggior volume di lavori; lo Stato può rendere più efficienti e più sicure le abitazioni e sostenere l’aumento dell’occupazione e del reddito”, si legge sempre sul sito del Governo.

Ma andiamo a vedere come stanno realmente i fatti a distanza di un anno dalla introduzione del Superbonus. Stando alle ultime “rilevazioni Enea-Mise al 6 maggio 2021, l’incentivo è riuscito a far scattare 13.549 interventi per un importo complessivo di 1,7 miliardi di euro“. Risultato soddisfacente? Secondo noi per nulla, ma giudicate voi: risulta che sia stato “usato solo un decimo dei soldi stanziati”. La cifra messa in campo dal governo Conte è di 18 miliardi e “doveva essere una delle più importanti misure di rilancio dell’economia del Paese”, sottolinea il fattoquotidiano.it.

Secondo quanto denunciato dall’Associazione nazionale dei costruttori il fallimento di questa misura risiede nelle procedure molto farraginose. Parliamo infatti, sottolinea Ance, di “quasi quaranta procedure tecnico-amministrative, almeno cinque assemblee prima dell’inizio dei lavori, fino a sei mesi per ottenere dai comuni la verifica della conformità edilizia, circa 40 documenti da caricare nelle piattaforme”.

In merito si è anche espresso l’Ordine dei commercialisti, il quale ha sottolineato come lo scarso interesse dei condomini “è legato proprio alla complessità e ai tempi delle procedure che possono essere diversi da comune a comune e da regione a regione”. (Continua dopo la foto)

I risultati dunque, sono “inferiori rispetto alle aspettative delle aziende di settore e dei professionisti” che sottolineano anche l’esistenza di una dannosa “monopolizzazione del mercato da parte delle grandi società di consulenza”.

Achille Coppola, segretario del consiglio nazionale dei commercialisti spiega: “Il successo del Superbonus è frenato da una congiunzione nociva dovuta al fatto che i principali gruppi bancari hanno stretto accordi con le grandi società di consulenza, che non stanno dando una risposta pienamente efficiente. La natura stessa del provvedimento avrebbe dovuto invece portare ad un ben maggior coinvolgimento di soggetti di minor dimensione: piccoli consulenti, piccole aziende, piccoli istituti di credito. I grandi attori stanno sclerotizzandoil mercato”.

Eppure, l’Ance ha stimato che solo nel 2021 la misura può valere “6 miliardi di spesa aggiuntiva”. Il presidente Ance, Gabriele Buia, ha spiegato che l’incentivo è in grado di generare un effetto sull’economia di “21 miliardi di euro, ovvero oltre un punto percentuale di Pil” e può avere “importanti effetti sull’occupazione, con un incremento di circa 64mila posti di lavoro nelle costruzioni”.

Siamo alle solite, la burocrazia in Italia blocca tutto e al governo restano a guardare: campa cavallo che l’erba cresce…