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Tutti contro Italexit! Anche Di Maio escluso dalla raccolta delle firme. Ecco il trucchetto che lo “salva”

Pubblicato il 30/07/2022 17:43

Continua l’assurda farsa della raccolta delle firme per poter presentarsi alle elezioni. Come già denunciato su queste pagine, in commissione Affari costituzionali alla Camera del decreto Elezioni è stato approvato un emendamento (6.016 – Magi, Costa) che amplia significativamente il numero dei partiti esonerati dall’obbligo di raccolta firme per la presentazione delle liste alle prossime elezioni politiche. In base alle modifiche introdotte dal cosiddetto Rosatellum (legge 165/2017), per presentarsi alle elezioni per il rinnovo di Camera e Senato le forze politiche, che sono costituite in gruppi parlamentari in entrambe le camere, all’inizio della legislatura in corso al momento della convocazione dei comizi elettorali, sono esonerate dall’obbligo della raccolta firme. Tutte le altre forze politiche – e qui c’è la trappola – “devono raccogliere tra le 1500 e le 2000 firme in ciascun collegio plurinominale. A fare le spese di questa norma totalmente antidemocratica è ItalExit. Già, perché persino il neo-mini-partitino di Luigi Di Maio beneficerà di una scappatoia, gentilmente offerta da Bruno Tabacci di Centro Democratico.
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Sarà dunque il sottosegretario Bruno Tabacci a permettere a Luigi Di Maio e al suo movimento, Insieme per futuro, di correre alle prossime elezioni Politiche del 25 settembre. Lo staff dell’ex grillino assicura che non si tratterà di un mero accordo elettorale, ma che la collaborazione con Centro Democratico porterà all’ «evoluzione di Insieme per il futuro». CD, il partito di Tabacci, aveva già permesso ai parlamentari scissionisti del M5s di poter formare i propri gruppi alla Camera e al Senato, così come aveva fatto lo stesso Tabacci con i Radicali di Emma Bonino, quando le aveva concesso il simbolo per i gruppi parlamentari della nascente +Europa, con una fusione a freddo finita malissimo.
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Tabacci, politico di lungo corso, per mezzo secolo sotto le insegne della Democrazia cristiana, si è detto un grande sostenitore del progetto di Di Maio, che al Foglio aveva definito «coraggioso». Ebbene, con questo accordo, il movimento del ministro degli Esteri eviterà di dover raccogliere le famigerate firme, necessarie per quei simboli che non hanno avuto una rappresentanza in parlamento autonoma dall’inizio della legislatura, o una deroga come quella ottenuta con un emendamento al decreto Elezioni da Italia Viva, Leu, +Europa e Noi con l’Italia. L’ennesimo scempio che si aggiunge all’operato discriminatorio ed antidemocratico di questo governo, il quale, evidentemente, sta tentando il tutto per tutto al fine di escludere la vera opposizione dal futuro Parlamento.

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