Promesse, impegni presi, giustificazioni per spiegare agli italiani il motivo di questo o quel problema irrisolto. Un vortice ingannevole che, alla lunga, sta perdendo completamente la sua carica, trasformandosi in un venticello piuttosto facile da decifrare. E così, alla fine, gli italiani hanno capito il bluff del governo giallorosso, non a caso in netto calo negli indici di gradimento. E iniziato a sottolineare, sui social, ogni bugia alla quale hanno smesso di credere. A partire dal vaccino: il premier Giuseppe Conte aveva parlato addirittura di dicembre come possibile data da segnare in rosso sul calendario, gli esperti lo hanno puntualmente smentito spiegando che la previsione è decisamente troppo ottimistica. Ma la lista è lunga, lunghissima.
I frequentatori assidui dell’etere italiano si sono dati alla caccia di panzane raccontate in questi mesi da Pd, Italia Viva e Cinque Stelle. Decisi a non perdonare più nessuno scivolone. Il Recovery Fund? Festeggiato, celebrato come il segnale di un cambiamento definitivo dell’Unione Europea, ora magnanima e generosa. Con tanto di elenchi già pronti di come i soldi in arrivo da Bruxelles sarebbero stati spesi. Salvo poi scoprire, con sommo dispiacere, che prima del 2021 non si sarebbe visto un centesimo. Addirittura, è probabile che gli aiuti arriveranno soltanto dopo l’estate, sempre che il Parlamento europeo riesca in qualche modo ad approvare la proposta. Altrimenti, quei soldi c’è il rischio di non vederli mai.
E ancora: un programma, Italia Veloce, dal costo complessivo di 200 miliardi di euro, centesimo più centesimo meno, di cui 130 già a disposizione per la realizzazione di opere infrastrutturali. Un bottino niente male, con il quale sarebbe possibile realizzare numerosi e incisivi interventi. Peccato che poi i giornali hanno iniziato a pubblicare cifre ben meno imponenti: 6 i miliardi a disposizione per il triennio 2020-2022. Per il momento, questo passa il convento. I trasporti? Era stato garantito che, al momento di far ripartire scuole e attività produttive, avrebbero garantito il massimo della sicurezza a chi sarebbe salito a bordo, con distanziamenti rigidi e regole per la tutela di tutti. Neanche il tempo di arrivare a ottobre ed ecco il patatrac: resse ovunque a bordo e virologi allarmati per l’alto rischio di contagio sui mezzi pubblici. Bella figura.
Non mancano, poi, singole dispute per le quali il governo aveva già annunciato la vittoria, salvo poi far calare un pietoso velo di silenzio sul reale esito delle trattative. I Benetton estromessi da Autostrade per l’Italia senza indennizzi milionari? Meglio non commentare. Per non parlare di Arcelor Mittal: si era detto che il colosso indiano avesse pagato tutte le imprese dell’indotto siderurgico di Taranto e che l’ingresso di Invitalia nella società era ormai solo questione di tempo. La realtà è che, invece, il gruppo non ha chiuso ancora alcun accordo, ha chiesto la cassa integrazione speciale per altre 13 settimane e i pagamenti alle aziende locali proseguono a singhiozzi, con tempi di attesa superiori ai 150 giorni. Tante, troppe bugie tutte insieme. A giudicare dai sondaggi, che vedono in calo tanto la popolarità del governo quanto quella di Conte (secondo l’ultima rilevazione di Atlante Politico, raggiunto da Zaia in cima ai leader più amati), qualcuno ha iniziato però ad accorgesene.
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