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Un disastro chiamato Leonardo: picchiata in Borsa, azioni ai minimi storici

Pubblicato il 29/10/2020 11:45

Profondo rosso in Borsa, azioni ai minimi storici, incertezza totale sul futuro prossimo. Nel silenzio generale, quello che circonda in queste ore Leonardo. L’azienda italiana che si occupa di aerospazio, difesa e sicurezza ha fatto registrare un -59,64% nell’ultimo anno, -30,85% soltanto da marzo a oggi, -14,74% nel corso di ottobre. Una vera e propria picchiata e, numeri alla mano, non è soltanto la crisi figlia dell’epidemia di Covid-19 a spiegare il perché di un simile tracollo. Nonostante i report positivi delle banche d’affari, le azioni della compagnia hanno perso appeal da tempo. I titoli dell’azienda guidata da Alessandro Profumo hanno chiuso nelle scorse ore a 4,25 euro, prezzo minimo degli ultimi 5 anni. Un disastro.

Un disastro chiamato Leonardo: picchiata in Borsa, azioni ai minimi storici

La quota del ministero dell’Economia, azionista di controllo con il 30,2%, è scesa ad appena 743 milioni. Un trend che ha attirato l’attenzione del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza, che per bocca del presidente Raffaele Volpi ha annunciato: “Il Copasir ha deciso di porre la sua attenzione sulle questioni inerenti la società Leonardo, considerata azienda di interesse strategico nazionale. Tale focus sarà indirizzato ad individuare se e quali azioni improprie o speculative interessino questo campione nazionale”.

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Come di preciso il Copasir si muoverà intorno a Leonardo, non è dato saperlo. Nel frattempo, gli analisti puntano il dito contro il clima di grande incertezza successivo alla condanna dell’amministratore delegato Profumo: sei anni di reclusione e 2,5 milioni di multa per aggiotaggio e false comunicazioni sociali nel caso Monte dei Paschi di Siena, del quale era in passato ai vertici. Una sentenza emessa dal tribunale di Milano lo scorso 15 ottobre (condannato anche Fabrizio Viola) e che comprende anche sanzioni accessorie come l’interdizione “dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese nonché incapaci di contrattare con la pubblica amministrazione per la durata di anni due”.

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Profumo, al momento, è rimasto saldamente al suo posto. Si dichiara innocente, ha annunciato il ricorso in appello, si trincera dietro il fatto che la sentenza, essendo di primo grado, non sia esecutiva perché non definitiva. Chiaro, però, che la scelta di non sostituire l’amministratore delegato stia avendo un impatto negativo in un momento già difficile. Occhi puntati soprattutto sulla Gran Bretagna e sugli Stati Uniti, dove la presenza industriale di Leonardo è rilevante e dove la conta dei danni potrebbe essere altrettanto ingente. E il governo? Il M5S ha timidamente avanzato l’ipotesi dimissioni, respinta dal viceministro all’Economia dem Antonio Misiani. Gualtieri e Conte hanno scelto la via del silenzio. L’imbarazzo, nella squadra giallorossa, regna sovrano.

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