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Terza dose e vaccino agli under 18: così Big Pharma si prepara a incassare altri miliardi

Pubblicato il 25/03/2021 11:35

Neanche il tempo di contare gli incassi miliardari fatti registrare in questi mesi di lotta al Covid-19, che Big Pharma si è già proiettata nel futuro, tentando di anticipare le possibilità di business che si andranno a defilare nel corso dei prossimi mesi. Una vera e propria manna dal cielo, l’epidemia, per le multinazionali del farmaco. Che ora si fregano le mani di fronte all’impazzare delle varianti in tutto il mondo: quella inglese, la brasiliana, la sudafricana. E così Pfizer e Moderna, le prime a lanciare vaccini con la tecnica mRna, si preparano già a produrre una terza dose utile proprio per far fronte alle mutazioni.

La corsa è già iniziata, nonostante uno scoop del Tempo abbia rivelato come gli stessi vertici Pfizer siano dubbiosi riguardo l’effettiva utilità di una terza dose, visto che “non esistono prove circa la perdita di protezione del vaccino di fronte alle varianti al momento conosciute”. Nonostante questo, si valuta “la necessità di inoculare una terza dose del vaccino per allungare la durata dell’immunità e aumentare l’efficacia contro queste varianti”. Una registrazione effettuata durante un meeting della casa farmaceutica durante la quale è stato anche evidenziato come, grazie a contratti già chiusi, la capacità di produzine permetterebbe di anticipare già una fornitura di 200 milioni di dosi tra luglio e maggio.

Oltre alla terza dose, Pfizer lavora anche a una versione specifica pensata per contrastare la variante sudafricana, con Moderna che si è detta pronta alla sfida ammettendo però a sua volta: “Forse non servirà un vaccino nuovo di zecca”. Per aumentare ulteriormente i margini di profitto, però, si guarda anche in un’altra direzione: aprire la strada della vaccinazione anche ai minori di 18 anni. Moderna, per esempio, è impegnata negli Stati Uniti nella vaccinazione di circa 7 mila bambini al di sotto dei 12 anni. Il farmaco Pfizer, invece, è già stato approvato dall’Ema per i ragazzi over 16.

Il futuro, insomma, si prospetta ancora pieno di miliardi per i colossi di Big Pharma, i veri vincitori di questa assurda emergenza. Al lavoro anche su possibili alternative al vaccino in caso l’efficacia sui minori dovesse rivelarsi inferiori alle aspettative: le ricerche si stanno concentrando su un farmaco antivirale da assumere per bocca. Difficile, insomma, immaginare che il flusso di soldi in entrata possa diminuire entro breve.

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