
La tensione nel Mar Rosso si alza di giorno in giorno. È l’ennesimo fronte aperto. E qui, dopo che il traffico marittimo è stato stravolto dagli attacchi alle navi che portano merci dall’Europa all’Oriente e viceversa, ora c’è un altro attacco altrettanto grave e che compromette tanto, tantissimo. Gli Houti sono infatti accusati di avere colpito i cavi sottomarini delle telecomunicazioni internazionali. Negli ultimi giorni i cavi appartenenti ad almeno quattro dei maggiori operatori sono stati infatti “tagliati”, causando “significative interruzioni” ai network telefonici e al traffico web di buona parte del Medio Oriente. Secondo la Hong Kong Global Communications (Hgc), ben il 25% delle comunicazioni fra Asia ed Europa ha subito danni. (Continua a leggere dopo il video)
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Tra le reti di comunicazione danneggiate c’è un sistema di cavi lungo 25 mila chilometri che collega l’Asia meridionale con l’Europa attraverso l’Egitto. Anche la Europe India Gateway, il cavo che collega l’India all’Europa, è stata danneggiata. E adesso? Riparare i cavi è un’operazione lunga e molto complessa, soprattutto all’interno di uno scenario di guerra. Ci vorranno almeno due mesi, come indicano esperti del settore sentiti da Repubblica. Al momento, però, non è possibile sapere se si può intervenire. Le compagnie le cui telecomunicazioni sono state danneggiate dovrebbero prima ottenere il permesso dagli Houti di operare nel mar Rosso e poi assumersi la responsabilità di una complicata operazione nel mezzo del conflitto in corso.
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