Stanchi dei divieti imposti dal governo, preoccupati per la situazione attuale. E convinti che il futuro possa riservare sorprese ancora più spiacevoli, soprattutto sotto il profilo economico. Così gli italiani, esausti e spaventati, si avvicinano alla fine del 2020: a dirlo è un sondaggio realizzato dal Corriere della Sera, secondo il quale per il 78% dei cittadini dello Stivale in cima alla lista delle preoccupazioni ci sono il lavoro e l’economia, così come continua a preoccupare molto la sanità. Per il 57%, infatti, la pandemia e la condizione delle strutture italiane continua a essere un motivo di forte apprensione.
A seguire, scorrendo l’elenco dei problemi dei cittadini, c’è l’istruzione (indicata dal 33% come motivo di preoccupazione ma in calo rispetto ai mesi precedenti), l’immigrazione (20%) e la sicurezza (11%). Entrando nel mondo dell’economia, il giudizio degli italiani sull’operato del governo Conte si fa pesante: per l’84% la situazione attuale è considerata “negativa”, e il 61% si aspetta un peggioramento nel corso dei prossimi sei mesi, facendo impennare al 40% la differenza tra pessimisti (la maggioranza) e ottimisti.
Quasi due italiani su tre (il 63%) ha inoltre dichiarato di avere difficoltà a sostenere le spese mensili: il 37% sostiene di avere problemi a far fronte a un esborso imprevisto, il 16% fatica nel pagamento delle bollette, il 15% per le spese mediche e l’8% per quelle alimentari. Nel complesso, il 59% giudica la crisi economica innescata dalla pandemia come “più grave” rispetto a quella del 2008-2011 e la maggioranza dei cittadini è convinta che per uscirne saranno necessari tempi molto lunghi.
Sul fronte sanitario, il sondaggio ha riscontrato un mutato clima tra la prima e la seconda ondata di Covid-19: la scorsa primavera erano emersi aspetti come il rispetto rigoroso delle regole e un forte senso di comunità, ora invece cresce il numero di chi si mostra refrattario alle restrizioni. In aumento anche la rabbia di chi ritiene che la crisi stia acuendo la differenza tra fasce più o meno privilegiate della popolazione, abbattendosi con particolare ferocia sulle seconde.
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