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Stanchi delle multe selvagge dei Comuni? Ecco come vincere in tribunale e non sborsare un centesimo

Pubblicato il 15/04/2022 11:21

Cartelle scadute, parcheggi cancellati da un giorno all’altro, rimozioni lampo. Quella dei Comuni nei confronti dei cittadini è una vera e propria battaglia senza esclusione di colpi, combattuta imbracciando la più potente e temuta delle armi: le multe. Tante, tantissime ogni anno. Quanto mai preziose per le amministrazioni locali che vedono entrare risorse fondamentali. E detestate da chi, di contro, si trova a pagare cifre assurde per delle violazioni che a volte non ha nemmeno commesso. Con testimonianze da ogni parte d’Italia. A Milano, per esempio, i residenti lamentano la sparizione delle strisce bianche (dalla fine del 2020 sono diventate blu due strade su tre) e dei parcheggi gratuiti, ormai rarissimi.

Per fortuna, però, esistono dei modi per tutelarsi da questa vera e propria aggressione da parte degli enti locali. Sulle pagine di Libero Quotidiano, Francesco Specchia ha raccontato l’impegno dell’avvocato Stefano Manfredi, milanese, che a suon di ricorsi lotta da anni contro la cartella selvaggia, vincendo nel 90% dei casi. Soprattutto per due motivi: “Ci sono alcune zone del centro in cui la rimozione delle strisce bianche rende nullo qualsiasi divieto di sosta; e gran parte delle lettere minatorie in cui il Comune ti intima di pagare contravvenzioni che tu avresti fatto dai 3 ai 5 anni prima (fornire documentazione, please) sono assolutamente prive di fondamento. È come fermare uno per strada e accusarlo di omicidio, pretendendo che questi dimostri, così su due piedi, la sua innocenza. Un atto che viola le più elementari norme del diritto”.

L’avvocato ha sottolineato come spesso, quando il giudice di pace convoca le parti, “accade che il Comune o non mandi nessuno dei suoi rappresentanti o li mandi in tribunale ma costoro, imbarazzatissimi, non possono provare con nessun documento le loro accuse. Ora, a parte che l’onere di provare una violazione qualunque spetta ai vigili, e non spetta al cittadino dimostrare di non aver violato; beh, la tecnica del Comune per spillarti soldi è non solo amorale ma ai limiti dell’estorsione, della truffa e dell’abuso di potere”. Il sistema è sempre lo stesso: i cittadini ricevono 8, 19 cartelle prive di riscontri con accuse di violazioni, che arrivano tutte insieme. Soprattutto gli anziani si spaventano e tendono a pagare subito per evitare rogne future.

“Se si indaga, però – ha spiegato Manfredi su Libero – per alcune di quelle multe sono scaduti i termini di notifica entro i 90 giorni; in altre sono ignorate date o dati anagrafici del verbalizzante; in altre ancora non vengono fornite le foto delle auto in contravvenzione o si accavallano nuove sanzioni sugli stessi procedimenti prima che siano spirati i termini o che il giudice si sia pronunciato sul ricorso. Spesso non figura in calce alla sanzione alcuna ‘chiara indicazione’ (motivo di annullamento). In molti altri casi vi planano nella posta contravvenzioni per auto che, nel periodo indicato, o erano in officina, o in altre città, o in altre nazioni, o in altri garage”.

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