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Speranza ora è davvero nei guai: cosa ha rivelato l’ex responsabile della Prevenzione del ministero

Pubblicato il 24/04/2021 14:59

Mentre la fronda di chi chiede le dimissioni del ministro Speranza continua a crescere, dentro e fuori i Palazzi, l’ex responsabile della Prevenzione del ministero della Sanità, Claudio D’Amario, sgancia alcune bombe che aggravano ancora di più la posizione del ministro. D’Amario, infatti, a “Quarta repubblica” ha ammesso di aver gonfiato il 4 febbraio 2020 il test di autovalutazione della capacità dell’Italia di resistere a una pandemia. Le sue parole sono subito state raccolte dalla Procura a Bergamo, impegnata nell’indagine per epidemia colposa. Ci sono già documenti, chat, email dei vertici di Iss, ministero della Sanità e membri del Cts degli ultimi 14 mesi che stanno portando a grandi risultati, ma quelle parole sono la vera svolta perché confermano la catena di negligenze costata quasi 120mila morti. (Continua a leggere dopo la foto)

Non solo, si può così aprire ufficialmente l’ipotesi del possibile nesso di causalità tra alcune omissioni e la pandemia. Come racconta Il Giornale, “in questi giorni nei tribunali di mezza Italia c’è un viavai di ricorsi e di esposti contro l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte. Il Giornale ne ha intercettati diversi: in quello presentato a Roma dall’associazione European Consumers si contesta che «fin dalla prima circolare ministeriale 1997 del 22 gennaio 2020 Polmonite da nuovo coronavirus (2019 nCoV) in Cina non viene fatta menzione di alcuna profilassi e terapia con antivirali (disponibili), altri farmaci e cure di supporto», si accusa la decisione (circolare 11285 del 1° aprile 2020) di «vietare le autopsie», che a detta dei ricorrenti «ha determinato un forte ritardo nella diagnosi dei fenomeni trombotici» e si punta il dito contro la terapia domiciliare decisa dall’Aifa solo a fine dicembre 2020, in cui si raccomanda come unica strada da seguire «una vigilante attesa e la somministrazione di paracetamolo o fans»”. (Continua a leggere dopo la foto)

Intanto il Senato ha chiesto all’esecutivo di rivedere i protocolli, “ma il ministero li sta difendendo, persino davanti al Consiglio di Stato. Se si fosse puntato subito sulle cure domiciliari con antidolorifici e antivirali – come prevedeva il piano pandemico, anche quello non aggiornato del 2006 – mentre i medici di base impazzivano scambiandosi consigli e suggerimenti, si potevano salvare delle vite?”, è questo che ora si chiedono tutti. (Continua a leggere dopo la foto)

E che tutti lo chiedono a chi aveva – e ha – responsabilità decisionale. Il ministro Speranza ha fallito su tutta la linea e deve chiedere scusa e dimettersi, il prima possibile. Invece è lì a difendere la poltrona e a comandare altre restrizioni per la sua incompetenza. Si potevano evitare i morti? Nella Bergamasca ora se lo chiedono i legali dei familiari delle vittime guidati da Consuelo Locati. E la risposta sarà la magistratura a darla. O il ministro Speranza se ha un minimo di pudore.

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