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Viola il coprifuoco per andare dalla fidanzata e viene multato: il giudice annulla la sanzione

Pubblicato il 24/04/2021 09:11 - Aggiornato il 24/04/2021 09:20

Un precedente importante e che farà giurisprudenza. Nero su bianco. Un ragazzo di Macerata ha violato il coprifuoco per andare a trovare la fidanzata. Gli agenti lo hanno fermato mentre stava rientrando a casa, e lo hanno multato (533 euro, 373 in caso di pagamento entro cinque giorni). Tramite il suo difensore, Marco Dialuce, 21 anni, studente al secondo anno di giurisprudenza, ha presentato ricorso per l’annullamento della sanzione amministrativa e il giudice di pace l’ha accolto. Non solo. La prefettura di Macerata è stata condannata a compensare le spese processuali. (Continua a leggere dopo la foto)

“Ho fondato il ricorso sull’incostituzionalità del coprifuoco, trattandosi di una misura restrittiva della libertà personale”, ha spiegato Dialuce. Lo riporta Il Resto del Carlino. “Ho difeso il mio amico ai sensi dell’articolo 317 del codice di procedura civile, il quale permette a un soggetto sanzionato di farsi rappresentare da una persona di fiducia, che può anche non essere avvocato, nelle cause per multe di entità inferiore a 1.100 euro”, ha detto Dialuce al Resto del Carlino. (Continua a leggere dopo la foto)

Poi ha aggiunto: “Nel nostro ordinamento giuridico, l’obbligo di permanenza domiciliare è una sanzione di tipo penale e solo il giudice con atto motivato può disporla. Pertanto, è incostituzionale disporre un coprifuoco attraverso un decreto del presidente del Consiglio dei ministri, che è un atto amministrativo gerarchicamente inferiore alla legge, e lo sarebbe anche se fosse disposto con un atto avente forza di legge”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Non esistono deroghe ai principi costituzionali, se non in caso di guerra, e anche l’emanazione dello stato di emergenza è illegittima, perché il governo non ha ricevuto neppure una legge delega dal Parlamento, che gli conferisca i poteri necessari per incidere su diritti costituzionalmente garantiti. Lo sta facendo appellandosi al decreto legislativo 1 del 2018, che però si occupa dell’organizzazione materiale e logistica per fare fronte a emergenze calamitose, come il terremoto, e non conferisce in nessun modo allo Stato poteri pieni sui cittadini”, ha concluso il 21enne.

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