Ogni giorno che passa, aumenta la confusione nel mondo della scuola. Ed è certo che la colpa non è della scuola, ma della politica. Della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina e del suo governo. Non si sa come e quando rientrare, non si sa che fine abbiano fatto i banchi, i concorsi per i docenti e le decisioni su mascherine, orari diversi di accesso e sui trasporti. In mezzo a tutto questo casino che sta mandando in tilt i genitori, ora giustamente pronti alla rivolta, è notizia di oggi che 400mila tra insegnanti e bidelli rischiano l’esonero. Un’incognita che riguarda chi per motivi di salute e di età avanzata – oltre il 40% sono over 55 – potrebbe non rientrare in classe a settembre.
Come racconta Ilaria Venturi su Repubblica, “si teme una raffica di certificati medici o di certificazioni sulla fragilità: malattie pregresse, chemioterapie in corso, asma e allergie che con l’età, più di 55 anni appunto, diventano un mix in grado di mettere ulteriormente in crisi la ripartenza”. Ma anche questa era un’evenienza a cui la ministra avrebbe dovuto pensare per tempo, e non all’ultimo. Perché è sacrosanto il diritto di queste persone di tutelarsi, specie se sono affette da patologie gravi. La domanda per la Azzolina dunque è: dove troverà le sostituzioni al volo? Il fronte dell’avvio della scuola passa anche da qui.
“Veloce e gratuito” è il mantra di chi attende il prelievo. Se solo si trovassero i medici… Scrive ancora Venturi: “Gli intoppi non mancano: c’è chi non trova il modo, prenotazioni sold out, kit consegnati in ritardo, medici che non li fanno. E chi invece si rifiuta. Uno su tre, per ora. Alcuni medici di base si rifiutano, temono di dover chiudere lo studio in caso di esiti positivi”. Ma i docenti vogliono tornare a scuola: “Tocca a loro far ripartire tutto, lo sanno, fanno il test, hanno paura, ma questa non prevale sul desiderio di rivedere gli alunni. La spada di Damocle è quella dei docenti ‘fragili’. Quanti lo si saprà all’ultimo, ma la preoccupazione monta dopo l’allarme lanciato in Veneto: centinaia di insegnanti e amministrativi che non vogliono rientrare”.
“Per ora non riscontriamo una fuga dei docenti dalla scuola per paura di contagio – spiega a Repubblica Francesca Ruocco della Flc-Cgil – Il lavoratore con patologie specifiche ha il diritto a rivolgersi al medico competente. Manca però un pezzo: le indicazioni del ministero su cosa fare: questi insegnanti lavoreranno da casa?”. La Azzolina prende tempo. Risponderà lunedì, dice. Come se di tempo ce ne fosse ancora… Mentre fuori c’è un mondo che aspetta. Famiglie, studenti, personale Ata. Genitori, figli. Persone. Perché la scuola è questo. È la nostra società. Ed è in mano all’Azzolina di turno.
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