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Sbarchi dei migranti e contagi, il pasticcio brutto dei test sierologici

Pubblicato il 08/08/2020 18:43 - Aggiornato il 09/08/2020 10:51

Impressionante. Mesi di lockdown per arrivare ad oggi ad uno scenario che dalle notizie che arrivano ogni giorno, sembra essere davvero caotico. “Un terzo dei numeri che certificano la nuova impennata di contagi è riconducibile a focolai in centri di accoglienza”.

Solo a Treviso 246 contagiati su 281. Migranti positivi in fuga dal centro di Ferrandina a Matera. Mentre il governatore dell’Abruzzo, Marsilio, presenta un esposto-denuncia in procura, quello della Basilicata Bardi chiude le porte ai richiedenti asilo. 

Nelle regioni come la Sicilia, la Basilicata e l’Abruzzo, che fino a qualche settimana fa presentavano pochissimi casi, adesso sembrerebbero esserci “tanti nuovi focolai”. Ovviamente vi è la “paura che il contagio esca dai centri, da cui in tanti riescono a fuggire, creando allarme nella popolazione”. 

I test sierologici si sono dimostrati poco affidabili, anche perché bisogna tener presenete del periodo finestra di dieci giorni. Infatti, “decine di migranti provenienti da Lampedusa con un certificato di negatività al test, sono poi risultati positivi al tampone nelle strutture di accoglienza delle diverse regioni d’Italia in cui sono stati redistribuiti”. 

Tra le difficoltà vi è l’attuaizone dei tamponi, tutta “a carico del servizio sanitario locale e delle Asl” e indubbiamente la mancanza di un protocollo sanitario definito da seguire per la gestione dei migranti. In Sicilia, la Regione chiamata più delle altre a sostenere quanto sta accadendo, l’assessore alla Salute Razza riferisce: “Stiamo agendo ben oltre le competenze, la situazione è insostenibile”. 

Al Viminale spiegano: “Stiamo lavorando per cercare strutture sicure per la quarantena da dove i migranti non possano allontanarsi”. Adesso si punta a effettuare a tutti i tamponi subito e non soltanto i test sierologici”.