Un settore, quello della ristorazione, tra i più colpiti dalla pandemia, che ha costretto gli imprenditori a tenere chiusi i rispettivi locali per mesi e mesi per poi riaprirli nel rispetto di regole che limitano l’accesso dei clienti. E che si è trovato a fare i conti con un decreto “Sostegni Ter” che si è rivelato poco più “di una barzelletta, che non fa per niente ridere”. La denuncia è arrivata in queste ore dall’associazione Ristoratori Veneto & Ho.Re.Ca., che raccoglie oltre 4.200 adesioni in tutta la Regione e che lamenta la totale assenza dello Stato, incapace di far seguire impegni concreti alle promesse.
Alle pagine di Verona Economia Alessia Brescia, portavoce dell’associazione, ha sottolineato il forte disagio vissuto dalla categoria: “Abbiamo denunciato fin dall’inizio i drastici cali di fatturato provocati da restrizioni prima e obbligo di green pass poi, e proprio per questo non possiamo tacere l’assoluta inconsistenza del cosiddetto Decreto Sostegni Ter”. Ristoratori Veneto & Ho.Re.Ca sta continuando a portare avanti la propria battaglia sotto l’hashtag #IONONCISTO, con il quale riassume la delusione per le iniziative politiche degli ultimi due anni.
“Già una ventina tra soci e soci/sostenitori – ha spiegato Alessia Brescia – ha deciso di mettersi a disposizione delle persone che non potranno andare in posta a ritirare la pensione o altri documenti poiché sprovviste di Green pass: ci andremo noi per loro, così almeno useremo il certificato verde per una giusta causa”. Il decreto Sostegni Ter “oltre a non rifinanziare la cassa integrazione Covid, lacuna gravissima che equivale a lasciare da sole le piccole imprese, dimostra una volta di più l’imbarazzante distanza tra chi governa e la realtà quotidiana. A fronte di uno sconto risibile sulle bollette ‘impazzite’, non c’è nulla che attesti una consapevolezza dei veri problemi del nostro settore”.
Secondo Ristoratori Veneto, il settore terziario affronta “un periodo storico che meriterebbe unione tra le categorie nel tentativo di deviare questa direzione insostenibile presa dalla politica. Tutta la nostra solidarietà ai tabaccai, pronti a scioperare contro l’obbligo del controllo del Green pass. Quel Green pass che ora colpirà anche il fatturato dei negozi a vantaggio delle multinazionali fondate sull’acquisto online”.
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