La questione si protrae da tempo, troppo tempo. E riguarda un gran numero di persone coinvolte nel crack della Banca Popolare di Vicenza (BPV). Qualche giorno fa, più di cento ex soci e risparmiatori della fallita Banca Popolare di Vicenza si sono riuniti in un’audizione presso la sala Bernarda di palazzo Trissino, sede del Comune della città veneta. L’evento è stato organizzato dalla Prima Commissione consiliare “Affari istituzionali, finanze e partecipate”, e ha dato voce alle testimonianze di coloro che sono ancora in attesa di risarcimento dopo il crollo della banca.
La rabbia dei risparmiatori coinvolti
Secondo quanto riportato da Gliulia Arnaldi sul Giornale di Vicenza, i partecipanti hanno espresso frustrazione e anche disperazione per i tempi biblici di attesa e per la mancanza di soluzioni rapide. Molti di loro hanno perso ingenti somme di denaro, messe da parte in anni di duro lavoro, e hanno visti azzerati o gravemente compromessi i loro risparmi. “Stiamo ancora aspettando”, ha dichiarato una coppia presente all’incontro. “Quello che abbiamo perso può sembrare poco a qualcuno, ma per noi rappresentava il frutto di una vita di lavoro. L’associazione di Ugone è stata l’unica ad aiutarci, mentre altri si sono disinteressati”.
Il ruolo dell’associazione e la speranza nell’intervento del sindaco
L’associazione “Noi che credevamo…”, guidata da Luigi Ugone, è stata la voce portante della battaglia per il risarcimento. Ferdinando Zampieri, uno dei tanti risparmiatori presenti, ha affermato che si sta ancora attendendo circa il 7% del risarcimento dovuto. “Ora sembra che non ci vogliano dare il restante indennizzo”, ha denunciato l’uomo. “Il sindaco è la nostra ultima speranza”. Il timore di ulteriori spese legali, qualora non si riuscisse a ottenere il risarcimento, aggiunge ulteriore preoccupazione a quelle che hanno rovinato l’esistenza a famiglie già duramente colpite.
Fiducia tradita e difficoltà a recuperare gli indennizzi
Tra i presenti c’era anche Massimo Schiavo, che ha partecipato all’audizione in qualità di erede. Le azioni della Banca Popolare erano infatti di sua madre. “Avevo cercato in tutti i modi di convincerla a vendere, ma lei credeva che la banca fosse sicura”, ha raccontato l’uomo. La delusione per la mancata tutela da parte dell’istituto bancario è palpabile nelle parole dei risparmiatori.
Franco, un altro ex socio, ha concluso: “Mi aspettavo che l’indennizzo fosse già arrivato. La speranza è l’ultima a morire, soprattutto per noi piccoli risparmiatori. È stato un percorso difficile, ma continuiamo a lottare”.
Il futuro resta incerto
Con il supporto dell’associazione e l’attenzione del sindaco, i risparmiatori sperano di ottenere finalmente il denaro che gli sarebbe dovuto. Vista la lentezza che caratterizza l’iter della vicenda, però, l’incertezza rimane. Molti si chiedono quanto ancora dovranno attendere prima di ottenere un risarcimento completo per le le loro perdite. E questo caso che mischia giustizia, finanza e il mancato rispetto per i risparmiatori -colpiti senza scrupolo alcuno, rischia di diventare un simbolo di debolezza delle istituzioni nella lotta conto le ingiustizie che rovinano la vita a persone innocenti.