Il governo Draghi riuscirà a sopravvivere all’ennesimo scossone? Si aprirà una vera e propria crisi o la voglia di salvare la poltrona e portare a termine la legislatura, alla fine, prevearrà su qualsiasi altra considerazione politica? Ancora qualche ora e gli italiani potranno capire qualcosa di più sulle sorti di un esecutivo nato con il roboante appellativo di “governo dei migliori” e naufragato nel giro di poche settimane. Contro il quale, oggi, piovono le dure critiche anche di giornalisti e opinionisti tv.
Maria Giovanna Maglie proprio in queste ore si è schierata dalla parte di quei partiti che, all’interno della maggioranza, stanno facendo richieste precise a Mario Draghi, senza rimanere passivi. Ospite dell’ultima puntata del talk show Controcorrente in onda su Rete 4, la giornalista ha spiegato il suo punto di vista: “È arrivato il momento che i partiti che hanno concorso a questo presunto governo di unità nazionale dicano la loro”.
“Siamo a molti mesi prima delle elezioni – ha aggiunto Maglie – suppongo che si voterà la prossima estate, quindi suppongo che in 7-10 mesi alcuni partiti possono sperare di riprendere un minimo di contatto con l’astensionismo, la rabbia, la pancia. Se la gente quando apre il portafogli ragiona con la pancia non mi scandalizza”.
“Quello che deve finire – ha concluso Maglie – è questa idea che c’è il migliore circondato da una serie di tecnici, migliori anche loro, che decide la sintesi suprema ed estrema delle richieste petulanti dei partiti. Non è così, non può essere così, almeno a me, anche in emergenza, il funzionamento dell’emergenza non me l’hanno insegnato così. Magari ho sbagliato io… Se i partiti che hanno partecipato a questo governo chiedono cose che non gli vengono date stanno facendo il loro lavoro, a ragione, a torto, sbagliando, ma è il loro lavoro. Il loro lavoro – chiude Maglie rivolgendosi anche a Tommaso Labate, piuttosto perplesso per le parole della collega – non è quello di interpretare i desideri di Mario Draghi, della Bce, o dell’Union europea o delle capitali della guerra, devono interpretare i desideri e le rabbie dei cittadini italiani, che a settembre-ottobre saranno terribili”.