Per mesi e mesi ci siamo sentiti ripetere che i vaccini immessi sul mercato in fretta e furia per contrastare la diffusione del Covid erano “perfettamente sicuri ed efficaci”, come dimostrato da fior fior di studi realizzati con meticolosa attenzione prima del lancio. E guai a dire il contrario, pena l’essere tacciato come “pericoloso no-vax” da mettere al bando. Oggi, nel silenzio di molti media, ecco arrivare invece l’ammissione davanti al Parlamento europeo della responsabile commerciale di Pfizer Janine Small: “Il vaccino anti-Covid non è stato testato per prevenire l’infezione”.
Il motivo? Secondo la Small “nessuno ce lo ha chiesto” e comunque anche fosse “non ci sarebbe stato tempo”. La manager, audita dopo il rifiuto del suo capo Albert Bourla di spiegare agli eurodeputati la trattativa riservata con Ursula von der Leyen per il più oneroso dei contratti sui vaccini Covid, ha ammesso il tutto candidamente, in maniera molto chiara. Scatenando reazioni feroci. “Vaccinatevi per gli altri è sempre stata una bugia” ha tuonato l’eurodeputato olandese Rob Roos.
Una confessione che smonta la strategia portata avanti per mesi e mesi dal ministro della Salute Roberto Speranza, in collaborazione prima con Giuseppe Conte e poi con Mario Draghi, e che aveva portato all’introduzione di misure come il Green pass rafforzato per poter lavorare e una lunghissima serie di obblighi da rispettare. Come ricordato dal Fatto Quotidiano proprio Draghi, il 22 luglio 2021, aveva difeso il certificato verde come “garanzia di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose”. Una garanzia, in realtà, inesistente.
Non a caso gli ultimi dati dell’Istituto superiore di sanità (Iss) ci dicono che i non vaccinati hanno un rischio di contagiarsi di appena il 10% superiore a quello di chi ha tre dosi. A volte il rischio relativo è perfino inferiore. Per il resto, la Small ha negato l’esistenza degli sms privati tra von der Leyen e Bourla. Il contratto negoziato da Von der Leyen con Bourla, senza i rappresentanti nazionali e gli esperti coinvolti nelle altre trattative, è quello del maggio 2021 per 900 milioni di dosi (più l’opzione mai attivata per altre 900 milioni) a cui si deve l’eccesso di vaccini nei Paesi Ue.
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