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Ponte Morandi, dai consulenti Aspi “pressioni e insulti” sui periti del giudice

Pubblicato il 17/01/2020 14:03 - Aggiornato il 19/04/2024 11:53

I periti del gruppo Autostrade per l’Italia contro quelli nominati dal giudice. Con tanto di offese e di possibili inchieste per oltraggio a pubblico ufficiale. Sullo sfondo una tragedia, quella del Ponte Morandi, che continua a far discutere, e per la quale è ancora in corso il complicato processo che porterà ad accertare le responsabilità. Non senza polemiche, a quanto pare.

Da quindici mesi, infatti, i periti nominati dal giudice, tre professori di Ingegneria, si incontrano con la controparte che difende i 71 indagati per il crollo che sconvolse l’Italia a ridosso del Ferragosto, causando 43 vittime. Tecnici, manager e dirigenti incaricati da Aspi di prendere parte ai sopralluoghi, analizzare i reperti e discutere delle responsabilità, per cercare di fare chiarezza una volta per tutte sulla vicenda. Un gioco delle parti in cui, però, qualcuno è andato oltre nel corso delle ultime settimane.

I periti del giudice Angela Nutini hanno infatti denunciato gli insulti ricevuti da parte dei difensori Aspi. I tre, Giampaolo Rosati, Massimo Losa e Renzo Valentini, hanno informata la magistrata di aver ricevuto “pressioni costanti” da parte dei colleghi che renderebbero difficile portare avanti il loro lavoro in vista della conclusione del secondo incidente probatorio. La Nutini ha poi a sua volta inoltrato gli atti della riunione incriminata, quella durante la quale sarebbero volati gli insulti, alla procura di Genova.

Pare scontata, ora, l’apertura di un fascicolo sulla vicenda, con l’accusa di oltraggio a pubblico ufficiale che potrebbe fare capolino da un momento all’altro. Lo scontro si sarebbe acceso durante la discussione su una nave tampone dell’impalcato, la struttura su cui poggiava la strada del ponte rispetto alla quale i periti ritenevano sufficienti gli accertamenti fatti. I consulenti Aspi avrebbero voluto fare invece delle prove di carico ulteriori. Da qui le divergenze, da qui gli insulti. In un momento delicato, perché ogni possibile causa riconducibile al crollo del Morandi (dalla debolezza dell’impalcato alla corrosione dello strallo) avrebbe i suoi responsabili. Di sicuro una brutta figura, l’ennesima, per quel gruppo Benetton che alla fine potrebbe comunque riuscire a scampare alla revoca delle concessioni.

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