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Paragone smaschera il M5S sul caso Open Arms: “Cosa decidemmo con Salvini”

Pubblicato il 31/07/2020 13:02

Gianluigi Paragone, leader di Italexit (suo nuovo partito), nel giorno del voto per l’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini sul caso Open Arms, ha preso la parola in Senato per dare la sua versione dei fatti. Quando il leader della Lega è stato accusato di sequestro di persona, Paragone era ancora tra le fila del Movimento 5 Stelle. Per questo ha deciso di svelare tutta la verità su quei giorni di fuoco. “Salvini non era un re, ma svolgeva il ruolo di ministro degli Interni – esordisce Paragone in Senato -. Anche il M5S in campagna elettorale era duro. E nella maggioranza, la linea comune era stata trovata ma ora con il cambio di alleanze i decreti sicurezza imbarazzano”.

Poi la stoccata di Paragone: “Con questo voto capiremo chi dice no a flussi migratori incontrollati, o chi dirà sì strappando qualche consenso. Peccato che la gente fuori dice ’le cose non stanno così’”. Poi Paragone attacca ancora l’Europa, dalla quale punta a uscire: “Mi auguro – ha detto – che una volta per sempre si prenda una linea, l’Europa con i flussi migratori incontrollati vuole creare panico”. E ancora: “I cittadini italiani sono stati costretti al lockdown poi dall’altra parte vedi ingressi e voli incontrollati che rischiano di portare un possibile contagio”.

“Bruxelles ci sta dicendo cosa dobbiamo fare: non ci deve essere una possibilità che i Paese abbiano una linea dura nella gestione dei flussi migratori. L’immigrazione clandestina, dunque, è l’altra arma dell’Europa – insieme a quella della gabbia economica e finanziaria – per distruggere gli Stati sovrani”, ha detto Paragone. L’Aula del Senato ieri ha poi autorizzato il processo all’ex ministro Matteo Salvini per la vicenda Open Arms. I favorevoli all’autorizzazione sono stati 149 , i contrari 141. In apertura della seduta il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri ha ricordato l’esito del voto della Giunta da lui presieduta, contrario al processo e motivato dalla convinzione che quella di chiudere i porti alla nave Open Arms fu una decisione di governo.

“La proposta – ha detto Gasparri – di non autorizzare il processo è stata approvata a maggioranza dalla Giunta. Salvini, nella vicenda Open Arms, agì di concerto con i ministri della Difesa e dei Trasporti, con un atto di governo collegiale”.

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