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Pandemia: sfide pericolose, depressione, cyberbullismo. E ora qualcuno vorrebbe la scuola solo per vaccinati

Pubblicato il 08/07/2021 14:42

I dati parlano chiaro: la pandemia, i lockdown e l’emergenza Covid, con annesso insegnamento a distanza, hanno portato a un incremento di fenomeni di cyberbullismo e sexting, Ma non solo: preoccupa infatti l’incremento delle sfide pericolose, a volte mortali, che coinvolgono giovani e giovanissimi. Le chiamano “challenge”, e rappresentano un allarme sociale da non sottovalutare. Sempre più studenti nel periodo di pandemia hanno partecipato a queste sfide. Il “premio” è di essere ammessi in gruppi virtuali che, inevitabilmente, hanno sostituito la normale quotidianità. Questi dati sono emersi in occasione della relazione del Comitato regionale per le comunicazioni (Corecom), che ogni anno organizza corsi di sensibilizzazione per giovani sul tema dell’educazione all’utilizzo degli strumenti digitali. Dai dati risulta che le segnalazioni per cyberbullismo nell’ultimo anno sono aumentate da 50 a 300. E che sono sempre di più i ragazzi che si sono lasciati coinvolgere nelle “challenge”.

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Come ha dichiarato la presidente del Corecon Marianna Sala, “tramite le comunicazioni dei pronti soccorsi siamo risaliti al fenomeno che spinge i giovanissimi a rischiare la loro vita lanciandosi da finestre, strozzandosi con cavi o facendosi più in generale del male. Questo accade qui in Lombardia e a Milano”. L’unico modo di prevenire questo fenomeno è, secondo gli esperti, la prevenzione. E l’informazione per ragazzi e famiglie. Sala ha sottolineato anche che “siamo rimasti sconvolti quando alcuni studenti delle scuole medie ci hanno detto che questi discorsi non avremmo dovuti farli a loro, che hanno già vissuto queste dinamiche, ma ai bambini delle scuole elementari”.

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Durante la pandemia i ragazzi hanno vissuto molte ore davanti al computer. Si sono moltiplicati i rischi e i pericoli, specie fra chi non era abituato a usare i mezzi tecnologici Di fronte a un allarme che coinvolge in primo piano Milano e la Lombardia, appare sempre più urgente capire come le istituzioni intendano rispondere all’emergenza. Negli ultimi giorni alcuni medici e giornalisti si sono espressi a favore dell’obbligo vaccinale e dell’esclusione sociale per chi non si sottopone al vaccino. Addirittura si è parlato di ammissione a scuola solo per i ragazzi vaccinati. Una simile prospettiva, oltre a essere incostituzionale, causerebbe un peggioramento della condizione di disagio vissuta da molti ragazzi. E’ urgente che i candidati sindaci di Milano spieghino la loro posizione al riguardo.