Se insistiamo spesso sulla necessità di investire presto e fortemente nella Sanità pubblica, paradossalmente ancora più allo sbando dopo il Covid (si è preferito dare i miliardi a Big Pharma per un non vaccino piuttosto che investirli sulla Salute nazionale), uno sguardo va dato anche ai privati accreditati con il servizio sanitario nazionale. Ed è proprio su questo settore, e in particolare sull’ospedale di Padre Pio, che si concentra l’ultima Dataroom di Milena Gabbanelli sul Corriere. La Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo (Foggia), conosciuto come l’ospedale di Padre Pio, da lui fondato nel 1956, è l’unico, insieme al Bambin Gesù, a essere controllato direttamente dalla Santa Sede. Il problema è che la malagestione ha portato a danni clamorosi e a buchi di bilancio che Papa Francesco – come ha detto in un messaggio ai vertici – non risanerà con i soldi dei fedeli. Ma com’è la situazione in quell’ospedale? (Continua a leggere dopo la foto)
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L’Ospedale di Padre Pio conta 756 posti letto, 2.700 dipendenti, ed è tra i più grandi del Sud, con 32.500 ricoveri e quasi 923 mila prestazioni di attività ambulatoriale. È accreditato con il servizio sanitario nazionale e riceve dalla Regione Puglia circa 200 milioni di euro l’anno per le prestazioni sanitarie convenzionate. Scrive Gabanelli: “Però la Fondazione Casa Sollievo della Sofferenza, l’ente vaticano proprietario, non rende pubblici i bilanci”, anche se ora è a rischio crac. Da documenti riservati che Dataroom può leggere, “emerge che negli ultimi 18 anni ha chiuso solo 4 volte in attivo. La gestione operativa dell’ospedale, appesantita anche da costi considerati eccessivi per il personale, è in perdita di 673 mila euro nel 2015, -225 mila nel 2016, -4,5 milioni nel 2017, -17,1 milioni nel 2018, -27,5 milioni nel 2019, quest’ultima ripianata solo grazie al contributo di 38 milioni della Regione Puglia”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Gabanelli e la Dataroom sull’Ospedale di Padre Pio
Nel 2022, dopo gli anni del Covid che non fanno testo, il rosso è di 22 milioni. Aggiunge Milena Gabanelli spulciando i dati dell’Ospedale di Padre Pio: “Solo con i fornitori i debiti sono vicino ai 100 milioni quando erano 57 milioni nel 2016. E questo forse è uno dei capitoli più delicati e spinosi”. Dai dati del “Piano nazionale esiti”, lo strumento con cui l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) che fa capo al ministero della Salute testa annualmente la qualità delle cure, emergono numeri che delineano un quadro di lento e costante declino. Il Vaticano ha nominato a novembre 2022 un nuovo direttore generale e consigliere della Fondazione, Gino Gumirato. Riuscirà nell’impresa di rimettere in sesto i conti garantendo comunque il servizio e non facendo ricadere tutto sul personale? Staremo a vedere.
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