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Ora ci fregano anche il gas: nel bel mezzo della guerra, l’Europa si accanisce ancora sull’Italia

Pubblicato il 20/05/2022 11:51

Oltre al danno la beffa, recita un proverbio mai così attuale. Un motto perfettamente calzante con quanto sta accadendo in questi giorni sul fronte della guerra in Ucraina, un conflitto che continua a tenere il mondo con il fiato sospeso e che ha visto l’Unione Europea optare per delle sanzioni commerciali nei confronti della Russia di Vladimir Putin. Il tutto a svantaggio dell’Italia, che da Mosca è fortemente dipendente soprattutto per le forniture di gas e che rischia di trovarsi ad affrontare, con queste premesse, mesi difficilissimi. Le brutte notizie, però, non sono ancora finite.

Mentre l’Italia è infatti alla disperata ricerca di fonti alternative, nella consapevolezza che comunque il processo di emancipazione dalla Russia sarà lungo e sicuramente doloroso, ecco infatti che l’Unione Europea ha deciso di alzare ulteriormente l’asticella. Come rivelato da La Verità, Bruxelles ha deciso di imporre a tutti gli Stati membri un nuovo regolamento sugli stoccaggi, dopo l’accordo raggiunto tra Consiglio Ue ed Europarlamento. Anche stavolta, per l’Italia lo scenario non è dei migliori.

La norma, secondo La Verità, sancisce infatti alcuni obblighi relativi al riempimento minimo, alla cosiddetta solidarietà e alla certificazione dei soggetti che operano nel settore. Il regolamento fissa nell’80% il minimo di scorte di gas che ogni Stato deve custodire fino al marzo 2023 e al 90% a partire da aprile dall’anno prossimo.

L’Italia “su questo aspetto è tra i Paesi virtuosi e nonostante le attuali difficoltà mantiene da anni un livello di stoccaggio elevato e quindi sarà tra gli Stati più penalizzati, perché costretta a cederne l’eccesso a chi invece non ha i serbatoi pieni”. Chi? Per esempio, guarda un po’, alla Germania, che all’inizio dell’inverno scorso aveva riserve limitate in seguito al mancato accordo con la società Astora, che non ha provveduto al nuovo riempimento, causando anche l’innalzamento dei prezzi a livello generale. In seguito a questo accordo, si calcola che l’Italia dovrà cedere 900 mln di metri cubi di gas a Slovenia e Grecia che non hanno un sistema di stoccaggio prestabilito.

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